ATENE. Fuori tutti i radicali. Alexis Tsipras, meno di 48 ore dopo il drammatico voto in Parlamento che ha dato il via libera alle prime riforme chieste dall'Eurozona per avviare i negoziati, ma anche segnato la spaccatura con l'ala «neo comunista-stalinista» di Syriza, ha varato il rimpasto di governo reso inevitabile dai 'no’ pronunciati dai membri del governo. Fuori, per primo, il ministro per l'energia e leader di 'Piattaforma di Sinistra', Panagiotis Lafazanis. Al suo posto arriva Panagiotis Skourletis, fino a stamani ministro del Lavoro.
Tsipras poi fa nascere nel governo anche un 'Comitato speciale per la corruzione', affidato a Panagiotis Nikoloudis, con il rango di ministro. Complessivamente, tra ministri e viceministri, tra spostamenti e nuove entrate, sono nove i cambiamenti. Cambia anche il portavoce del governo, che nell'esecutivo di Atene ha la carica di viceministro: al posto di Gabriel Sakellaridis arriva una donna, Olga Gerovasili Al posto di Skourletis arriva Giorgos Katrougalos, che era responsabile per Riforma amministrativa dove viene sostituito da e Christophoros Vernardakis. Il tecnocrate Tryfon Alexiadis, fino ad oggi direttore dell'agenzia delle entrate, prende il posto di Nadia Valavani, viceministro delle Finanze che si era dimessa mercoledì.
L'annuncio del rimpasto arriva poco prima delle 20 di Atene (le 19 italiane). Gli incendi che tutti insieme sono scoppiati attorno ad Atene e nel sud del Peloponneso ricordando le bombe molotov in piazza Syntagma, hanno costretto Alexis Tsipras a passare gran parte della giornata nella sala delle emergenze della Protezione Civile. Ma hanno solo rallentato i tempi di un mini rimpasto che sembra destinato a proseguire alla massima velocità possibile con le riforme chieste dall'Eurozona.
Ieri persino il nobel Joseph Stiglitz è stato avvistato al ministero delle finanze, dove si è incontrato con Euclid Tsakalotos, il successore del Yanis Varoufakis, che a Bruxelles è stato definito «il ministro delle finanze più costoso della storia». Il confronto politico finale prima del rimpasto è andato in scena nella notte tra giovedì e ieri, nell'ultima, incandescente, riunione notturna del 'Comitato centralè di Syriza. Dove Panagiotis Lafazanis - il ministro dell'energia e leader dell'ala radicale 'Piattaforma di sinistrà - ha cercato di sostenere che il suo 'nò di mercoledì notte in aula significava che era contrario alle misure ma che avrebbe continuato a «sostenere il governo».
Secca la replica di Tsipras, che prima del voto aveva chiesto compattezza. «Il tuo è un sostegno che non ha senso, perchè d'ora in poi sono costretto ad andare avanti con un governo di minoranza». Parole inequivocabili. Lafazanis, nell'ultima uscita da ministro è andato a mostrare la faccia nel sobborgo incendiato di Kareas. «Che sei venuto a fare?», «non hai mai fatto niente per noi», gli hanno gridato. E ancora: «Non si può andare avanti così». Fino al predittivo: «Vattene, te ne devi andare!».
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