ATENE. Il parlamento greco ha approvato una mozione che permette alle proposte di riforme del governo di essere usate come base per negoziati. I parlamentari greci hanno approvato una mozione del governo che chiedeva l'autorizzazione per una serie di proposte di riforma come base per i negoziati per un terzo programma di aiuti internazionali. L'assemblea di 300 membri ha approvato la mozione a maggioranza. Alcuni parlamentari del partito di governo Syriza si sono allontanati, astenuti o hanno votato contro. Dai primi conteggi, pare che due deputati abbiano votato contro la mozione, sette si siano assentati (fra i quali l'ex ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis) e otto abbiano votato «presente» invece di «sì», una forma di astensione.
L'ex Troika dà fiducia ad Atene: il piano di riforme convince le istituzioni, che dopo averlo analizzato lo accolgono come «base di trattativa» e mettono sul tavolo un nuovo salvataggio da 74 miliardi di euro, di cui 58 dal fondo salva-Stati Esm e 16 dal Fmi. Una cifra superiore alla richiesta greca, che ne voleva 53,5, e che di certo incontrerà le resistenze tedesche. Dalla parte di Atene si sono schierati Francia, Italia, Malta, Cipro. Gli 'amicì della Grecia le hanno fatto muro intorno, riconoscendo gli sforzi e i sacrifici che Tsipras è
disposto a fare per restare in Europa, messi nero su bianco nel piano, che somiglia molto all'ultima offerta di Juncker. Persino il falco - ma mediatore - presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem è soddisfatto dopo aver letto gli impegni del Governo 'ribellè, pronto a tornare al rispetto delle regole in
cambio di aiuti e di un alleggerimento del debito. Ma da Berlino arriva un silenzio assordante, che si spezza solo per frenare gli entusiasmi di chi prevedeva che un accordo oggi all'Eurogruppo facesse venire meno la necessità del summit di domenica: «Il vertice di domenica sarà ancora necessario, anche se si dovesse arrivare a un accordo», ha chiuso il
portavoce del governo tedesco.
Per dimostrare determinazione, il Governo greco prova a stringere i tempi e chiede sostegno sul piano al Parlamento. E anche se Syriza si è spaccato, i deputati potrebbero votare nel giro di qualche ora l'ok al pacchetto, proprio mentre l'Eurogruppo discuterà quello che Atene ha messo sul tavolo: la richiesta di 53,5 miliardi di euro di aiuti all'Esm, 46 dei quali andranno a rimborsare Fmi e Bce, con cui la Grecia è indebitata fino al 2018.
Tsipras vuole liberare i greci dal fardello del debito, perchè con la tagliola delle scadenze non c'è un solo euro da destinare ad altro. Per questo è disposto, nel breve termine, a imporre nuovi sacrifici ai suoi cittadini. Tagli, tasse, abolizione di privilegi, ma anche di semplici agevolazioni a cittadini del ceto medio. Per Tsipras non è nuova austerità, ma un sacrificio necessario nell'immediato per ottenere sollievo nel medio-lungo periodo. Con un riscadenzamento del debito, il premier potrebbe trovare margini di manovra nel bilancio da destinare alle sue politiche di crescita. O almeno quella è la sua speranza, se riuscirà e rimettere in moto l'economia ellenica, attualmente
provata anche da questi mesi di impasse e dalla settimana di Borse chiuse e controllo dei capitali, una misura che congela le attività, ma non impedisce le perdite.
Per questo la fretta è tanta, e il presidente francese Francois Hollande decide di schierarsi apertamente: «Le proposte greche sono serie e credibili e mostrano la determinazione della Grecia a restare nella zona euro», ha twittato prima che chiunque altro osasse esprimere un giudizio sulla nuova 'provà dei greci. Ma Hollande è certo della loro bontà, avendo inviato
i suoi tecnici ad Atene per partecipare alla loro stesura. Sono «esaurienti», gli fa eco Dijsselbloem, con tono positivo. Una «solida» base, le considerano i premier maltese e cipriota. E il premier Matteo Renzi e l'austriaco Werner Faymann vedono la possibilità di un'intesa oggi. Perchè anche per il
ministro Pier Carlo Padoan «in queste ore si stanno facendo importanti passi avanti verso una soluzione», a cui lavora anche l'Italia.
C'è anche la sponda americana a dare man forte: l'offerta greca «riflette la necessità di prendere misure difficili», ha detto il segretario al Tesoro Jack Lew, insistendo sulla ristrutturazione del debito ma tranquillizzando Berlino. Non serve un 'haircut', ha spiegato. Ci sono altre strade. E nonostante la Germania sia intenzionata a testare fino in fondo la volontà di Tsipras a cooperare, la speranza è che abbia ragione l'irlandese Enda Kenny: «Martedì ho constatato che tutti i leader dell'Eurozona vogliono che la Grecia resti un membro a tutti gli effetti».
Caricamento commenti
Commenta la notizia