PALERMO. Staccare la spina al governo Crocetta significherebbe staccare la spina alla Sicilia. Ci sono riforme fondamentali che devono essere presto approvate per evitare migliaia di licenziamenti». È la linea politica di Gianpiero D' Alia, leader dell' Udc, che ieri sera ha incontrato il presidente della Regione assieme al segretario del Pd nell' Isola, Fausto Ra citi per discutere della crisi del governo regionale dopo le dimissioni del terzo assessore in pochi giorni. Cosa è emerso dall' incontro con Crocetta? «Ho rappresentato per conto del mio partito che non abbiamo nomi da indicare o segnalazioni da fare. Chiediamo semplicemente che nomini alla Sanità una personalità di altissimo profilo. Adesso l' importante e ripartire e approvare quelle riforme concordate anche con l' opposizione». C' è il rischio che la maggioranza decida di staccare ora la spina al governo? «Se dovessimo guardare alla valutazione politica, nel gruppo dell' Udc potrebbero prevalere più ragioni di dissenso che altro. Tuttavia c' e un calendario fitto di appuntamenti all' Ars, dalla riforma della Province alla manovra correttiva, c' e un calendario definito e concordato tra maggioranza e opposizione e ci viene richiesto un supplemento di pazienza e di responsabilità. Staccare la spina al governo Crocetta significherebbe staccarla alla Sicilia. Se non facciamo la ri forma delle Province vanno a casa 4 mila persone, ci sono in ballo i rapporti finanziari tra la Regione e lo Stato per fare quadrare i conti, bisogna fare partire la programmazione comunitaria. In discussione non ci sono le liti interne ai partiti ma il futuro dell' Isola». Le dimissioni della Borsellino però certificano la crisi di governo. Qual è la vostra posizione? «Le dimissioni di Lucia Borsellino sono politicamente un fatto grave. Le altre dimissioni con tutto il rispetto le considero dei normali avvicendamenti. Con Lucia Borsellino e diverso perche e stata indicata dagli elettori insieme a Crocetta e l' esperienza di governo prevedeva una squadra con la Borsellino alla Sanità. Le sue dimissioni aprono un problema politico perche abbiamo chiesto il voto per Crocetta proprio perche c' era la Borsellino a gestire un settore delicatissimo come quello della Sanità. Non sarà facile trovare un sostituto all' altezza. Molto della nostra collaborazione a questo governo e a questa maggio ranza dipenderà proprio dal sostituto che si trova. Bisognava sostenere la Borsellino più di quanto non sia stato fatto e sicuramente non da noi». A chi si riferisce in particolare? «Mi riferisco al fatto che se Lucia dice dice che non avverte più la solidarietà politica che ha avuto, dice quello che noi sosteniamo da qualche mese ed e un fatto grave. Comprendiamo le ragioni per cui si e dimessa ed e evidente che la maggioranza e il presidente si trovano adesso di fronte a un problema serio». Che ne pensa della nomina del comitato di saggi? «La nomina di un gruppo di esperti e un segnale positivo perche apre al contributo di tecnici, ma adesso ci aspettiamo che la scelta del nuovo assessore sia di livello pari o superiore a quello di Borsellino. Certo non sarà facile ma e evidente che dal nostro punto di vista e da quello dei siciliani sarà una scelta importante». Qual è adesso la strategia per uscire dalla crisi? «Sentiremo i partiti e faremo il punto la prossima settimana. La cosa più importante per ora e legata alla circostanza che se non approviamo le riforme concordate anche con le opposizioni, dalla legge sugli appalti a quella delle province, saranno guai peri siciliani. Serve un clima di serenità e collaborazione». Approvate le riforme, però, sembra ormai scontato che si vada al voto anticipato nel 2016. «Penso che dobbiamo vivere una pena al giorno, per ora e importante salvare la Sicilia». Qual è la posizione dell' Udc sulla mozione di sfiducia proposta da Fabrizio Ferrandelli? «Quelli che propongono queste mozioni sono quelli che poi non vogliono andare a casa». Come giudica l' ipotesi di un nuovo rimpasto con assessori politici? «Non e all' ordine del giorno un governo politico o altro, il tema adesso sono le cose concrete da fare in questo momento. Non ci sono più i tempi. Basta liti, bisogna ritrovare serenità e approvare le riforme». Sulle dimissioni di Caleca, che ha puntato il dito contro la nomina in giunta di Pistorio, che idea si è fatto? «Non voglio tornare su queste vicende, c' e un programma di riforme più importante da affrontare». Inizia a essere inevitabile pensare al dopo-Crocetta. L' asse col Pd è rinsaldato dopo questa esperienza? «Con Raciti siamo qui a collaborare e il rapporto tra Udc e Pd e noto a tutti e lo abbiamo voluto dalle elezioni. Abbiamo incontrato insieme il presidente Crocetta e affronteremo insieme le riforme in Aula».