PARIGI. Il presunto killer di Lione non parla. Si è rifiutato di rispondere alle domande degli inquirenti Yassin Salhi, il 35enne fermato per l'attentato all'impianto di gas a Saint-Quentin-Fallaviern in cui Herve Cornara, manager di un'azienda di trasporti, è stato trovato decapitato. «Non parla, è muto», ha riferito un poliziotto. Intanto sei mesi dopo la strage allo Charlie Hebdo, la Francia si ritrova ancora una volta nel mirino dei terroristi islamici e il premier Manuel Valls non nasconde la preoccupazione: «La Francia, deve imparare a convivere con la minaccia costante di attentati terroristici, azione di singoli come quello di ieri vicino a Lione o come le stragi di Parigi di gennaio. È difficile per una società vivere per anni sotto la minaccia di un attacco, ma ormai la domanda non è se ci sarà un altro attacco, ma quando questo avverrà».
Subito dopo l'attentato di venerdì la polizia anti-terrorismo è andata nell'appartamento di Yassin Salhi, padre di tre figli, a Saint-Priest, nei pressi di Lione, dove ha sequestrato un computer e un telefono cellulare, ma non sono state trovate armi, esplosivi o materiale di propaganda islamista. Insieme a lui sono state fermate la moglie, la sorella e un secondo uomo indagato per terrorismo, il cui legame con l'attacco non è però ancora chiaro. Salhi nel 2006 aveva attirato l'attenzione delle autorità per i suoi legami con ambienti salafiti ed era stato sotto osservazione per radicalismo, ma non era noto per collegamenti con terroristi. Sulle stragi di venerdì è intervenuto anche il premier italiano Matteo Renzi dal padiglione Expo del Kazakistan: »Serve uno sforzo insieme, geopolitico, per difendere la pace, per difendere i valori della tolleranza contro quei gesti di estremismo religioso e fanatismo che hanno colpito anche in queste ore dalla Tunisia, al Kuwait fino alla Francia«. Anche il premier britannico David Cameron afferma: »Nel mondo moderno non c'è posto per questi estremisti islamici, li sconfiggeremo. Questi terroristi - aggiunge - non riusciranno a imporsi. Per quanto cerchino di dividere le persone in tutto il mondo, riusciranno solo ad unirci con più forza nella nostra determinazione a battere loro e tutto ciò che rappresentano«. A Fontaines-sur-Saone è stato osservato un minuto di silenzio e il sindaco ha reso omaggio a Hervè Cornara, vittima dell'attentato. »Siamo tutti con Hervè. Siamo tutti scioccati, inorriditi«, dice Thierry Pouzol rivolto alle centinaia di presenti, riuniti commossi a pochi metri da quella che era l'abitazione del 54enne assassinato ieri.
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