PALERMO. L’Anci prende le distanze dalla legge che rinvia di anni i tagli agli stipendi di sindaci e consiglieri, Crocetta la disconosce e prepara un piano per modificarla subito mentre i grillini si spingono a proporre di bloccare tutto già domani quando l’Ars sarà chiamata a dare il voto finale alla riforma.
Nessuno vuole la paternità di un testo nato per ridurre i compensi ma che ha finito per lasciare intatte le busta paga. Il taglio sui finanziamenti ai Comuni però era già stato fatto col bilancio varato a fine aprile e dunque per coprire i 18 milioni in meno di questa seconda metà dell’anno e i 48 del 2016 sarà inevitabile per le giunte ridurre i servizi o aumentare la pressione fiscale.
I tagli mancati La norma proposta dal governo prevedeva che da subito venissero ridotti del 20% i compensi a sindaci, assessori e consiglieri. Una riforma fortemente voluta da Crocetta e dall’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, per equiparare i compensi a quelli in vigore nel resto del Paese già dal 2011. In Sicilia gli stipendi sono ancora i più alti d’Italia. Ma un emendamento proposto dall’asse Pd-Ncd e approvato con votazione segreta per un solo voto ha rinviato alla prossima legislatura i tagli.
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