PALERMO. L’obiettivo è arrivare al traguardo entro domani. È il traguardo è una riduzione immediata degli stipendi di sindaci e consiglieri comunali. La Sicilia si adeguerebbe così dopo un decennio ai livelli retributivi in vigore nel resto d’Italia abbattendo i costi della politica di 48 milioni all’anno (18 nella sola fase finale del 2015).
Oggi la verifica del voto, spinto da un accordo fra Pd e Forza Italia che in commissione Affari istituzionali, guidata da Antonello Cracolici, ha funzionato. Anche se, va detto, il voto di oggi costituisce il quarto tentativo e i 130 emendamenti presentati non lasciano immaginare una votazione priva di ostacoli.
Dal primo luglio, se l’Ars approverà il testo entro giugno, lo stipendio del sindaco di Palermo scenderà dagli attuali 8.459 euro lordi a 7.018. La norma dal peso maggiore è tuttavia quella che riguarda gli stipendi dei consiglieri comunali. A Palermo si passa da 140 a 103 euro lordi a seduta a Catania da 84 a 59 e negli altri capoluoghi da 56 a 36
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