ROMA. Tappi di plastica riciclati per depurare l'acqua potabile. L'idea è di una start-up trentina, Eco-Sistemi, nata all'interno di Progetto Manifattura, l'incubatore di imprese voluto dalla Provincia Autonoma di Trento per le imprese green economy. Un esempio concreto di economia circolare: «Invece di carissimi elementi plastici prestampati, realizzati per far vivere e crescer lo spesso film di colonie batteriche responsabili della depurazione, ovvero di organismi che si mangiano 'lo sporco', abbiamo impiegato banali tappi di plastica riciclati che, per forma e materiale, sono perfetti come 'abitazionì per i batteri», spiega Dario Savini, co-fondatore di Eco-sistemi.
Il sistema è stato applicato un anno fa all'interno del birrificio Hordeum di Novara. E i risultati, a 12 mesi di distanza sono superiori a quelli preventivati: i dati quantitativi dimostrano un consumo massimo di energia pari a 1,7 Kwh per depurare un metro cubo di refluo. Altre tecnologie molto più complesse da gestire dichiarano di consumare minimo 3KWh di energia elettrica. E, nel caso della tecnologia di Eco-sistemi, al risparmio di emissioni di CO2 ottenuto dal funzionamento dell'apparecchio, si deve aggiungere il risparmio ottenuto dal riuso dei tappi di plastica. Considerando che le emissioni di anidride carbonica per la produzione di polipropilene dei tappi è di circa 3,5 chili per ogni chilo di prodotto, l'applicazione del sistema RCBR riduce le emissioni di CO2 in atmosfera di 17,5 chili per ogni metro cubo d'acqua depurato.
In questa storia c'è anche un risvolto sociale: «I tappi riciclati impiegati nel depuratore - prosegue Savini - fanno del bene alle tante Onlus che organizzano campagne di raccolta e riciclo. Noi li acquistiamo, elargendo donazioni che aiutano persone svantaggiate ed anziani, oltre che ambiente e Terzo settore».
Soddisfatti anche i proprietari del birrificio Hordeum che ha sperimentato la nuova tecnologia: «Noi crediamo che la nostra birra debba nascere in un contesto di grande qualità rispettoso dell'ambiente» spiega il mastro birraio, Paolo Carbone.
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