PALERMO. In casa Ncd si ribella l’area degli ex An, nel Pd è Lupo a sollevare i primi dubbi. L’asse fra i Dem e il Nuovo Centrodestra spacca già i partiti, ben prima di essere formalizzato. È bastato che il segretario del Pd, Fausto Raciti, e il leader dell’Udc Gianpiero D’Alia annunciassero la nuova strategia per il dopo Crocetta per far esplodere le polveriere. Per di più a poco più di una settimana dai ballottaggi.
Raciti ha tratteggiato una nuova coalizione che mette insieme Udc e Ncd nel nuovo contenitore Area Popolare e il Pd. È una replica di quella che sostiene Renzi a Roma ma in Sicilia per ora Ncd è all’opposizione. Tuttavia il coordinatore degli alfaniani, Francesco Cascio, ha dato il via libera all’operazione: «Mai più col centrodestra a guida leghista». Ma Vincenzo Vinciullo, deputato siracusano, non ci sta: «Una decisione di questo genere non va comunicata attraverso i giornali. Da tempo io e altri amici chiediamo ad Alfano di convocare gli organismi dirigenti». Vinciullo è un ex An e come lui anche il messinese Nino Germanà ha espresso i propri dubbi. «Andare con il Pd in Sicilia ha delle conseguenze - illustra Vinciullo - perchè in molti Comuni governiamo ancora con Forza Italia. E le mie perplessità sono condivise da altri compagni di partito di Palermo e di Agrigento».
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