PALERMO. Ormai si sa: l' obesità è una malattia, grave, cronica e pericolosa. A tutte le età. Ma quando sono i bambini ad essere colpiti, le ripercussioni immediate sono minori, quasi nulle, rispetto a ciò che li potrebbe attendere nella loro vita da adulti: diabete, problemi cardiovascolari, tumori, ingrossamento del fegato, danni alla retina sono solo alcuni aspetti del corollario di patologie cui possono andare incontro. Che ora si «arricchisce» di un altro rischio, insidioso e, a tutt' oggi, incurabile: il morbo di Alzheimer.
La scoperta è recentissima ed è appena stata pubblicata sulla rivista scientifica Pediatrics: i bambini, e soprattutto gli adolescenti, obesi, potrebbero sviluppareda grandi - un deficit cognitivo progressivo, fino ad arrivare a forme particolarmente serie, come la demenza senile o l' Alzheimer.
Ricercatori dell' Ospedale pediatrico «Bambino Gesù» di Roma hanno scoperto, negli adolescenti in forte sovrappeso, livelli elevati di una proteina, la beta-amiloide 42, che è già tristemente nota al mondo scientifico, proprio perché coinvolta nel processo di insorgenza e sviluppo delle patologie neurodegenerative. Infatti, nei pazienti con demenza senile e Alzheimer, la proteina si accumula nel cervello formando delle placche. Con la conseguenza che, piano piano, in modo inesorabile, i soggetti perdono la memoria, la loro autonomia e il loro benessere psicofisico.
Lo studio ha interessato 440 giovani, sia di peso normale che in forte sovrappeso. Gli adolescenti obesi e con insulino-resistenza (un' alterazione metabolica frequente nelle persone con obesità) presentavano alterati livelli di proteina beta-amiloide 42. Più questi livelli sono alti, tanto maggiore è il rischio che i giovani possano ammalarsi, in età adulta, di demenza senile e Alzhei mer.
Secondo l' Organizzazione Mondiale della Sanità, nel mondo, i piccoli con eccesso ponderale sono 44 milioni, una cifra considerevole. Ecco quindi che, ancora una volta, la prevenzione fatta oggi serve ad evitare guai molto più seri in futuro. Ciò vale in modo speciale in Sicilia, regione in cui, ancora, un bambino cicciottello viene considerato più amabile e tenero. Ragion per cui «vantiamo» tassi di obesità pediatrica veramente allarmanti: se la media italiana si attesta attorno al 35% di bambini obesi o in sovrappeso, nell' Isola la percentuale arriva fino al 40%. E c' è proprio poco da stare allegri, se si considera che, nelle regioni del Nord Italia, meno del 30 per cento dei bimbi ha un problema con la bilancia. Ovvero: ben 10 punti percentuali in meno della Sicilia.
«Una delle cause - dice Giovanni Corsello, presidente della Società italiana di Pediatria e docente di Pediatria all' Università degli Studi di Palermo - è l' alimentazione squilibrata che, da noi come in molte altre parti del Meridione, è più frequente. Ad esempio, non si dà molta importanza alla prima colazione o al consumo di vegetali. I bambini assumono prodotti più calorici, come succhi di frutta, bevande gassate, merendine confezionate, condimenti grassi. In età evolutiva, ciò comporta inevitabilmente il sovrappeso».
Ma la questione non è solo bandire il calzone fritto al le 8 del mattino. Ciò che molto spesso è deficitaria è una buona attività fisica. «Nelle regioni del Sud Italia- continua il professore Corsello- non c' è un consumo energetico adeguato a ciò che si mangia. A volte, ad esempio, mancano gli spazi idonei allo sport e va a finire che i piccoli passano il tempo libero a casa, magari davanti alla tv o al computer. Sedentarietà e cattiva alimentazione sono un problema rilevante nella nostra società».
A tal proposito, accanto alla nota «piramide alimentare» con i consigli per le corrette abitudini a tavola, la Sip ha formulato quella dell' attività motoria. Ad esempio, tra i suggerimenti, c' è quello di fare- ogni giorno- le scale a piedi, passeggiare o andare a scuola in bici. Lo sport organizzato, ad esempio in palestra, andrebbe fatto 3-4 volte a settimana. Televisione e nuove tecnologie tipo i tablet non sono vietati, ma dovrebbero occupare solo un' ora della giornata. «L' attività motoria è un fattore di salute e, quindi, va incentivata», conclude Corsello.
Le cifre siciliane sull' obesità preoccupano e non solo i pediatri. La Regione Siciliana da tempo è impegnata in azioni mirate contro il sovrappeso con molteplici iniziative. Il nuovo Piano della prevenzione che sarà varato entro il mese prevede misure specifiche e dirette. Tra queste, il Programma regionale Promozione e lotta a tabagismo, abuso di alcol, sedentarietà, che mira a favorire la mobilità e l' attività fisica, il consumo di frutta e verdura, la riduzione delle quantità di sale, zuccheri e grassi nella dieta nonché a diminuire l' abuso di alcolici, ma anche di energy drink.
Altra misura è il progetto FED (Formazione, Educazione, Dieta) che si pone l' obiettivo di modificare stili di vita errati, prevenire malattie cronico -degenerative e migliorare l' alimentazione, creando collaborazioni virtuose (genitori, scuole, associazioni di categoria, istitu zioni).
Previste inoltre misure a favore delle persone a rischio di malattie croniche non trasmissibili (tipo l' obesità) e per il miglioramento degli screening oncologici. La Sicilia partecipa anche ad «Okkio alla Salute», una campagna promossa dall' Istituto Superiore della Sanità che si occupa di fare prevenzione nelle scuole primarie, con progetti mirati e rivolti ad una fascia d' età sensibile come quella dei bimbi da 6 a 10 anni.
Un' attività intensa, che punta ad accendere sempre più i riflettori sull' obesità. «Per allinearci ai macro -obiettivi nazionali - afferma Salvatore Requirez, responsabile Ufficio 2 Promozione della Salute dell' assessorato regionale della Salute-, a livello regionale, stiamo operando un giro di vite, riorganizzando i servizi di promozione della salute e rendendo vincolanti le nostre direttive per i direttori generali delle aziende sanitarie».
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