PALERMO. Doveva essere il terzo capitolo della Finanziaria delle riforme, dopo quelli che riguardano i regionali, le pensioni e i forestali. Ma il taglio delle spese per sindaci e consiglieri comunali ha subito un altro rinvio: già bocciato in aula ai primi di aprile (all’interno della riforma delle Province) e ostacolato pochi giorni dopo in commissione, verrà riproposto il 12 maggio all’Ars. Nell’attesa però c’è più di un giallo intorno agli stipendi di sindaci e consiglieri comunali, che Baccei avrebbe voluto ridurre subito del 20% riportandoli ai livelli nazionali.
Secondo il capogruppo del Pd, Baldo Gucciardi, la riduzione è possibile perfino senza una legge specifica: «L’assessore all’Economia - spiega Gucciardi - ha inserito l’effetto economico del taglio nel bilancio appena approvato. I Comuni avranno quindi 19 milioni in meno, quest’anno (il doppio nel 2016), per i costi della politica. Spetterà ai sindaci organizzare la spesa». Tradotto, bisognerà spalmare il taglio sulle buste paga di sindaci e assessori e potrebbe bastare un regolamento comunale.
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