PALERMO. “Con l'approvazione delle norme riguardanti il personale della Regione, per molte delle quali si profilano vizi di incostituzionalità, la politica siciliana si rende complice delle scelte nefaste del governo Crocetta che tagliano i diritti dei lavoratori ed aprono la strada ad una stagione in cui tutto sarà più precario per il comparto pubblico, dallo stipendio al posto di lavoro”. Ad affermarlo sono le segreterie regionali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Cobas/Codir, Sadirs, Ugl, Siad e Dirsi che ieri erano scese in piazza con lo sciopero generale per chiedere lo stralcio di tutte le norme sui dipendenti. Per i sindacati “a Roma come a Palermo ormai la deriva autoritaria sta prendendo il sopravvento sui principi di partecipazione democratica e del confronto sociale ed è grave che il presidente dell'Ars abbia negato qualsiasi confronto con i lavoratori che hanno scioperato ieri e che ancora oggi sono tornati in piazza per reclamare ascolto dalle istituzioni. Come prefiguravamo ieri, si è creata una frattura insanabile fra la politica ed il mondo del lavoro pubblico regionale che inasprirà il conflitto – dichiarano -. Non staremo a guardare: metteremo in atto tutti gli strumenti consentiti per far valere le nostre ragioni a tutti i livelli istituzionali affinché venga riconosciuto che il patto Renzi-Crocetta siglato sulla pelle dei regionali viola le norme basilari del diritto". SCRITTA A PALAZZO D’ORLEANS - "Crocetta, i lavoratori regionali non dimenticano" è la scritta su un foglio affisso nella bacheca, usata per i comunicati sindacali, all'interno di Palazzo d'Orleans, proprio accanto alla sala blu. Proprio in queste ore, l'Ars ha approvato le norme della finanziaria che tagliano voci della retribuzione, permessi parentali e sindacali, ferie, aspettativa e che riformano il trattamento pensionistico, allineandolo a quello degli statali, aprendo ai prepensionamenti.