Giovedì 19 Dicembre 2024

Regionali, tagli e prepensionamenti
Oltre 100 assunzioni con concorso

PALERMO. Vince la linea di Alessandro Baccei. L'assessore all'Economia, uomo inviato da Delrio a  Palermo per rimettere in sesto i conti della Regione, ha  incassato il via libera dell'Assemblea siciliana alle norme più  importanti, quelle concordate proprio con Roma, contenute nella  manovra finanziaria che vale 300 milioni di euro. A cominciare  dai tagli al pubblico impiego, con l'armonizzazione del  trattamento dei 16 mila dipendenti della Regione a quello degli  statali, la riduzione di permessi parentali, sindacali e ferie,  mobilità interna, ridefinizione al ribasso delle piante  organiche per dirigenti e funzionari. E poi c'è la riforma delle  pensioni con l'avvio dei prepensionamenti che già nel 2016,  secondo le stime del dipartimento Economia, potrebbe portare a  1.007 pensionamenti anticipati, mantenendo la finestra fino al  2020 e introducendo un taglio fino al 15% degli assegni di  quiescenza. È stato Baccei a condurre, prima in commissione  Bilancio e poi in aula, i rapporti con i parlamentari ed è stato  lui a stoppare i tentativi, pochi per la verità, di allargare la  spesa. Tono pacato ma deciso, Baccei ha ribattuto colpo su colpo  alle osservazioni dei deputati, difendendo anche norme, proposte  dalla maggioranza, sulle quali non era pienamente d'accordo,  come quella sugli stipendi degli amministratori unici delle  società partecipate ritenute strategiche, che passano da 50 a  140 mila euro, anche se la stessa norma taglia i Consigli di  amministrazione. Baccei è riuscito a convincere l'Assemblea sulla tenuta della  sua manovra, incassando tutto quello che poteva incassare come  l'utilizzo dei fondi Fsc per coprire parte del concorso  all'equilibrio di finanza pubblica (673 mln) o l'iscrizione in  bilancio di 450 milioni nonostante la Regione non abbia ancora  chiuso gli accordi formali con il Tesoro e la Cassa depositi e  prestiti. E ha spento sul nascere le fibrillazioni di un gruppo  di deputati sullo stralcio di norme di spesa su autolinee, Ipab,  reddito minimo e aeroporti minori impegnandosi a varare una  manovrina bis, entro luglio, dando copertura. Neppure la fugace  presenza in aula del governatore Rosario Crocetta è riuscita a  strappargli la scena e quando qualcuno ha messo in dubbio la  costituzionalità di alcune norme, in particolare sulle pensioni  del regionali, l'assessore inviato da Roma non ha esitato un  minuto: «Mi dimetto se Roma le impugna».

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