JALALABAD. L'attentato suicida di ieri a Jalalabad, in Afghanistan, che ha causato 38 morti e 125 feriti, è stato rivendicato da un comunicato attribuito allo Stato Islamico (Isis) in cui si dice che il kamikaze, di nome Abu Mohammad, "è uno dei nostri". Le autorità afghane cercano una conferma dell'autenticità della rivendicazione. I talebani afghani avevano negato oggi qualsiasi loro responsabilità nell'attentato. In un tweet in pashto, il portavoce degli insorti Zabihullah Mujahid non solo aveva smentito la paternità del gesto, ma lo aveva anche condannato. Ghani, rivendicato da Isis, ma, ha sottolineato il capo dello Stato, non dai talebani - Il presidente afghano Ashraf Ghani ha sottolineato che "non sono stati i talebani ma Daesh (acronimo arabo di Stato Islamico) a rivendicare l'attentato a Jalalabad. Ghani ha svolto una visita nella provincia nord-orientale di Badakhshan dove di recente militanti armati hanno ucciso oltre 20 soldati ed in questa occasione ha rivolto un nuovo appello ai seguaci del Mullah Omar "ad unirsi al negoziato di pace". Ma la cruenta azione del kamikaze davanti all'agenzia della Kabul Bank, che alcuni analisti ritengono realizzata proprio per ridurre l'impatto del discorso presidenziale, lo ha costretto a riflettere sugli autori della rivendicazione. Senza sbilanciarsi sulla autenticità o meno di essa, rileva Tolo tv, Ghani ha detto in un discorso in diretta televisiva: "Oggi c'e' stato un mortale attacco nella provincia di Nangarhar, e chi ne ha rivendicato la responsabilita'? I talebani non lo hanno fatto, ma l'ha fatto Daesh". Media hanno riferito che Shahidullah Shahid, portavoce di un gruppo radicale che si e' staccato dai talebani del Tehrek-e-Taliban Pakistan (TTP) ha sostenuto che l'attacco è stato portato a nome dell'Isis, ma nessuna conferma è venuta dai responsabili di questo movimento in Iraq e Siria.