Il governo della Regione Siciliana ha varato la proposta di legge della «Finanziaria 2015» ed ha annunciato la prossima approvazione del progetto di legge con il «Bilancio 2015». Si tratta dei due atti fondamentali, da cui dipende il funzionamento della macchina regionale e delle realtà satelliti che, a vario titolo, dipendono per il loro funzionamento dal bilancio regionale: dai Comuni alle ex Provincie, dalle società partecipate agli enti regionali, dalla sanità ai teatri, senza dimenticare i forestali, la formazione, i precari presso i comuni, gli Ato rifiuti, i vari Consorzi, etc. La Regione Siciliana vive già da alcuni anni un difficile equilibrio tra entrate ed uscite, con il corollario di una drammatica e persistente crisi di liquidità. Dopo anni di crisi e scelte infelici, la Regione si è trovata a dovere reperire almeno 3,5 miliardi di euro per stilare un bilancio in equilibrio. Si tratterebbe però di un impegno insostenibile per la fragile situazione dei conti pubblici siciliani; da qui l’esigenza di aprire una laboriosa trattativa con lo Stato per «limitare i danni». Da Roma è stata data disponibilità ad intervenire, a condizione però di incidere con determinazione sui meccanismi di spesa regionali, troppo spesso appesantiti da eccessi di varia natura. Nelle more che siano disponibili i dati di entrata e di uscita (bilancio), è possibile anticipare le linee guida della politica regionale per l’anno in corso attraverso la lettura dello schema di «Finanziaria 2015» già varato dal Governo ed in attesa dell’esame dell’Ars. Per comodità di lettura abbiamo aggregato gli interventi previsti per grandi «famiglie». Dopo avere pubblicato una sintesi dei provvedimenti previsti per i forestali e l’agricoltura, oggi pubblichiamo le misure previste per gli enti pubblici regionali. Con una avvertenza. Nella impossibilità di riportare per intero i contenuti, si è fatta la scelta di offrire a chi legge i tratti essenziali della manovra. Disposizioni finanziarie in materia di Enti regionali Viene istituita presso l’assessorato all’Economia una Centrale unica per gli acquisti di beni e servizi da parte dell’amministrazione, delle strutture sanitarie, degli enti pubblici regionali e delle società a partecipazione regionale. La Centrale unica favorisce economie di spesa, il contrasto della corruzione, l’aggregazione di piccole imprese siciliane fornitrici e riduce sensibilmente il numero delle gare. Sono soppressi tutti gli uffici che si occupano dell’acquisto di beni e servizi. Restano in esercizio gli Urega per la gestione centralizzata degli appalti e l’ufficio gare della Protezione Civile. La Regione spende ogni anno per acquisti di beni e servizi (compresa la sanità) 2,7 miliardi di euro; con la Centrale unica si stima inizialmente un risparmio di oltre 300 milioni all’anno Con delibera di giunta viene attuata immediatamente la riorganizzazione dell’assessorato all’Economia. Con il nuovo assetto si avrà una gestione coordinata delle entrate e delle uscite della Regione e quindi il loro controllo strategico in una visione unitaria e non più frammentata della spesa. Nel mettere sotto controllo l’efficacia della spesa sarà dedicata un’attenzione particolare a quella per gli investimenti. Presso l’Ufficio Speciale per la gestione delle società partecipate dalla Regione, è istituito il Servizio liquidazioni delle società partecipate. Per incrementare le entrate proprie della Regione da parte di Riscossione Sicilia, l’assessorato all’Economia emana direttive per razionalizzare le banche dati dei debitori e per rendere più efficienti i flussi informativi tra le varie branche dell’amministrazione. Solo nel 2015 si prevede una maggiore spesa di 200 mila euro ma con entrate aggiuntive per 11 milioni di euro. Presso l'assessorato all’Economia è istituito l'Ufficio speciale delle liquidazioni degli enti pubblici regionali chiamato ad operare nei confronti degli Enti che la giunta decide di liquidare con semplice procedura amministrativa. L’Ufficio speciale non può effettuare assunzioni e procede al pagamento dei debiti nei limiti delle proprie disponibilità senza intervento regionale. Il controllo delle procedure di liquidazione compete ad un Revisore unico per ciascun ente. L’apertura della procedura di liquidazione fa decadere gli organi; sono esclusi da questi meccanismi gli enti della sanità e gli Ato rifiuti. L’Ente Autonomo del porto di Messina, i Consorzi di ripopolamento ittico e l’Arsea sono posti subito in liquidazione attraverso l’Ufficio Speciale. La procedura di liquidazione degli enti pubblici è ispirata dalle relative norme dello Stato ed a queste si rinvia per tutto quanto non è disciplinato dalla legge regionale. Negli enti pubblici regionali il numero dei componenti gli organi di amministrazione è ridotto a tre a far tempo dalla prossima ricostituzione, attraverso il recepimento della norma statale del 2010 sulla spending review.