TUNISI. Il presidente della Repubblica tunisina Beji Caid Essebsi, in un'intervista in tv dal Bardo, ha detto oggi che gli inquirenti "stanno dando la caccia" al terzo attentatore, che è in fuga ma - assicura - "non andrà lontano". Il presidente ha inoltre ammesso qualche responsabilità dal punto di vista della mancata sicurezza al Museo. Beji Caid Essebsi ha annunciato che il 29 marzo si terrà una marcia di solidarietà per le vittime dell'attentato al museo del Bardo e contro il terrorismo. Verrà anche inaugurata una stele in onore delle vittime. Il corteo partirà da Bab Saadoun con destinazione il Bardo e la sede del Parlamento. LA MINACCIA. Il commando che ha colpito Tunisi aveva deciso di uccidere chiunque fosse nel museo: "poliziotti, apostati o stranieri" e catturare ogni "infedele fondamentalista", risparmiando bambini e musulmani perchè "è un peccato spargere il loro sangue". Lo riporta un documento dei terroristi ottenuto da 'Terra!' in onda domani su Retequattro.Il documento, rintracciato in rete - anticipa Mediaset - è una sorta di diario dell'attacco, scritto da un complice o "forse addirittura da uno dei terroristi" sfuggiti all'arresto. Il documento che ha anche lo scopo di mostrare a jihadisti simpatizzanti e ai cosiddetti "lupi solitari", quanto sia facile compiere un attacco, sprona all'emulazione. Il racconto, come fosse un diario, di quanto accaduto al Bardo è di un complice del commando o, forse, di uno dei terroristi che è riuscito a fuggire. "È una normale giornata di sole, c'è un bel clima, piacevole e temperato. Loro due escono di casa (i terroristi, ndr), prendono la metro, scendono e cambiano treno, scendono di nuovo, passano davanti alla centrale della polizia infedele del Bardo e davanti alla sede dei servizi segreti militari del Tiranno... si siedono un momento... lasciano la borsa con dentro le armi e le bombe a mano alla fermata dell'autobus, vanno a controllare il posto - si legge nell'anticipazione di Mediaset - tornano a riprendere le borse e si infiltrano dentro il parco del parlamento/museo, uno dei due tira fuori le armi e le bombe a mano mentre l'altro fa un rapido giro di ricognizione". Poi "decidono di ammazzare chiunque si trovi nel Museo: 'poliziotti, apostati o stranieri'. Lanciano le bombe contro gli autobus, catturano ogni 'infedele fondamentalista' e lo portano in una stanza mentre 'lasciano scappare gli inservienti tunisini: sono musulmani ed è un peccato spargere il loro sangue'". Tra gli infedeli però - riporta il documento - si decide che "siano risparmiati i bambini, che vengono lasciati andare verso l'uscita". 'Terra!' ha poi raccolto le parole della famiglia di Jabeur Khachnaoui, il più giovane dei due terroristi del Bardo: "era un ragazzo intelligente, bravo. Questo è il regalo che ci ha fatto la rivoluzione" racconta il padre. SUPERSTITI TORNATI IN ITALIA. Non parlano volentieri, e c'è ancora paura negli occhi dei passeggeri che sono sbarcati dalla nave da crociera Msc Splendida alla Stazione Marittima nel porto di Genova, dopo aver toccato Barcellona e Marsiglia, reduci dall'attacco di Tunisi. "Ero a 15 metri dalla sparatoria, ero su un taxi e non sul bus - spiega Geofrey, inglese di 55 anni - abbiamo evitato la strage davvero per 5 minuti. Eravamo molto scioccati, ma ora stiamo bene". Insieme a lui sono scesi anche francesi, giapponesi e inglesi. Intanto, è stata aperta stamani a Torino, nella Sala delle Colonne del municipio, la camera ardente per le due vittime torinesi della strage di Tunisi. Prima dell'apertura si era formata una coda di alcune decine di persone. Davanti a Palazzo Civico gli amici di Antonella Sesino hanno affisso uno striscione con la scritta "4 angeli volati in cielo. Il nostro cuore le vostre ali. San Mauro nel dolore. Ciao Antonella!".