PALERMO. Ci sono i prepensionamenti, ma diventano facoltativi. E c’è pure il taglio della pensione che colpirà almeno 7.500 dipendenti regionali, a cui però viene concessa la possibilità di lasciare in anticipo garantendosi un cospicuo bonus. E non sono state cancellate le riduzioni di stipendio per sindaci e consiglieri comunali malgrado il pressing di Crocetta e della maggioranza.
Eccola la manovra Finanziaria nella sua veste definitiva. L’assessore Alessandro Baccei, sempre avaro di dichiarazioni pubbliche, l’ha illustrata a Roma nei giorni scorsi e ieri l’ha consegnata ai leader del centrosinistra. Cambiano alcune delle norme principali per rendere meno violento il colpo di scure. Le pensioni È così per la riforma delle pensioni. La prima versione prevedeva semplicemente di dare ai regionali un assegno di quiescenza analogo a quello che percepirebbe un pari grado statale: sarebbe stato un taglio secco di almeno il 20%. Il nuovo testo è più articolato: toglie, a chi ancora l’aveva, la quota di pensione calcolabile col più vantaggioso metodo retributivo basato sull’ultima busta paga rivalutata.
Sono in questa condizione «privilegiata» circa 7.500 dipendenti assunti prima del 1986. Gli altri colleghi già dal 2003 avevano la maggior parte o tutta la pensione calcolata col meno favorevole sistema tarato sui reali contributi versati. Ora tutti i regionali si adeguano a quanto avviene a livello statale già dal 1995 e perderanno circa il 20% che per le casse pubbliche corrisponde ad almeno 25 milioni nel prossimo triennio.
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia