PALERMO. Le partecipate della Regione potranno essere anche meno di 11 e al personale di quelle che verranno chiuse non verrà garantito un altro posto. Eccola la riforma delle società pubbliche: l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, l’ha inserita all’articolo 11 della bozza di Finanziaria, da ieri ufficialmente consegnata ai partiti. Che a loro volta non hanno risparmiato critiche all’assessore.
Come in altri settori, anche per le partecipate Baccei si è limitato a recepire le ultime leggi nazionali in materia: la 190 del 2014 che regola le liquidazioni e la 147 del 2013 che detta le procedure per il personale. Ma applicare queste norme in Sicilia è una rivoluzione rispetto ai piani più volte annunciati dal governo. Viene cancellata la legge regionale che impone di tenere in vita 11 delle 33 attuali partecipate: Irfis, Parco scientifico e tecnologico, Mercati agroalimentari, Terme di Sciacca e Acireale, Seus 118, Sicilia e Servizi, Sas, Ast, Riscossione Sicilia e Siciliacque.
Se la Finanziaria verrà approvata, non ci sarà alcuna società «blindata» ma il principio guida è che verranno chiuse quelle che non sono in equilibrio di bilancio, quelle che hanno più amministratori che dipendenti e quelle che hanno doppioni nell’amministrazione. Inoltre le nuove norme imporranno di individuare gli esuberi di personale da gestire attraverso mobilità verso altre partecipate, contratti di solidarietà o ammortizzatori sociali. Nelle partecipate oggi ci sono oltre 7 mila dipendenti, troppi anche secondo la Corte dei Conti. La norma sulle partecipate è una delle poche novità della bozza che l’assessore e il presidente Crocetta hanno consegnato ieri ai partiti convocati a Palazzo d’Orleans.
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