SANT'AGATA. "Noi siamo i primi nove anni della nostra vita e i miei primi segni sono santagatesi". Il compianto scrittore santagatese Vincenzo Consolo amava ripetere una frase di Pirandello, evidenziando di seguito il suo legame con la città natìa. Eppure per colui che è stato considerato uno tra i maggiori narratori italiani contemporanei, scrittore, saggista, giornalista impegnato sul fronte civile della legalità, unico italiano vivente al quale la Sorbona nel 2002 abbia mai dedicato un convegno, vale quanto mai il detto "Nessuno è profeta patria". Riferito proprio alla città d'origine. Città dove ha fatto il suo ultimo ritorno il 21 gennaio 2012. Oggi ricorre il terzo anniversario della sua morte. Il maestro Consolo ha espresso il desiderio, racchiuso nel testamento, che il vasto patrimonio letterario - conservato tra la biblioteca di famiglia a Milano e qui, nella casa dove abitano i fratelli, venisse messo a disposizione dei giovani santagatesi. Ma, paradossalmente, ad oggi il Comune non ha ancora provveduto a dedicare ad "Enzo" - così come lo chiamavano gli amici - un'ala della biblioteca situata al primo piano del castello Gallego con spazi dedicati anche alla ricca pubblicista del letterato. La sollecitazione è già stata avanzata da più parti. E ieri, il Nuovo Gruppo Artistico Santagatese, del quale fa parte il fratello di Vincenzo Consolo, Melo, e presieduto dalla professoressa Rita Bartolo, ha protocollato presso la segreteria del Comune una precisa proposta, chiedendo espressamente che la biblioteca comunale venga intitolata a Vincenzo Consolo e che all'interno di essa una stanza venga adibita per accogliere l'instimabile patrimonio letterario dello scrittore santagatese di anscita ma internazionale di fama. ALTRE NOTIZIE NEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA