Venerdì 15 Novembre 2024

Al Qaida rivendica l’attacco e minaccia ancora la Francia: caccia alla donna

PARIGI. Il ramo yemenita-suadita di al Qaida (Aqap) rivendica la strage di Charlie Hebdo e torna a minacciare la Francia: basta attacchi all'Islam, o ci saranno nuovi attentati. Al termine di una giornata convulsa, che ha portato all'uccisione dei tre terroristi responsabili del massacro alla rivista satirica francese, che ha provocato 12 morti, e all'uccisione di un'agente di polizia, un esponente di al Qaida in Yemen ha rivendicato l'attacco contro Charlie Hebdo, con l'obiettivo di "vendicare l'onore" di Maometto. Al Cairo, l'uomo ha fornito alla Associated Press una dichiarazione in inglese, in cui si afferma che "la leadership di Aqap ha diretto le operazioni scegliendo con cura l'obiettivo". Secondo la fonte, gli attacchi in Francia sono in linea con gli avvertimenti all'Occidente formulati da Osama bin Laden su "le conseguenze della persistenza della blasfemia contro le santità musulmane". La rivendicazione è stata ritardata per "ragioni di sicurezza", è stato precisato. Poi, sono arrivate nuove minacce: la Francia "smetta di attaccare l'Islam, i suoi simboli e i musulmani o ci saranno nuove operazioni" terroristiche, ha avvertito uno dei responsabili dell'Aqap Harith bin Ghazi al-Nadhari, in un video postato su Youtube. Il video, poi rimosso, di 5 minuti e 37 secondi, è stato pubblicato poco dopo la morte dei tre terroristi in Francia ed è intitolato "The Faces succeeded".  "Alcuni dei figli di Francia - afferma il responsabile dell'Aqap - sono stati irrispettosi con i profeti di Allah, e quindi un gruppo tra i soldati di Allah ha marciato contro di loro, a cui hanno insegnato il rispetto e i limiti della libertà di espressione. I soldati che amano Allah e i suoi messaggeri sono arrivati a voi, e loro non hanno paura della morte ma adorano il martirio per la causa di Allah". La Francia in ginocchio ha tanta voglia di reagire. Prima ancora della grande marcia unitaria organizzata per domani, con Parigi al centro del mondo e di tutte le tensioni, la gente è uscita di casa, forse più per provare ancora reazioni normali che per manifestare: già oggi in tutto il Paese oltre 700mila persone si sono riversate nelle strade in decine di cortei diversi, il più imponente dei quali a Tolosa, città vittima nel 2012 della follia omicida dell'integralista islamico Mohamed Merah.    Come scosse di assestamento dopo il grande terremoto, ancora in mattinata sono risuonate qui e là le sirene della polizia, qualche petardo fuori dalle sinagoghe parigine sbarrate ieri sera per lo Shabbat, la prima volta dai tempi della seconda guerra mondiale. Psicosi nella maggior parte dei casi, mentre in qualcuno - come quello della donna che ha fatto evacuare il parco di Disneyland gridando di essere Hayat Boumeddiene - la classificazione è più difficile. Di Hayat Boumeddiene è aleggiato per ore il fantasma, da qualcuno agitato come uno spauracchio incombente, pronto a colpire alla cieca per vendicare il compagno Coulibaly ucciso nel supermercato kosher. E invece si è appreso nel pomeriggio che Hayat non è in Francia dal 2 gennaio, giorno della sua partenza per un periplo con destinazione Siria. Mistero sui motivi e sulle attività della «primula», l'unica del gruppo di amici del terrore (i due fratelli Kouachi, la moglie di Cherif, Coulibaly e la stessa Hayat) che da anni si frequentavano, lottavano per le stesse cause, si indottrinavano dagli stessi imam e si facevano insieme i selfie. Con il velo islamico e le armi puntate verso l'obiettivo.  Il giorno dopo il sanguinoso scontro con i terroristi islamici è stato il giorno del dolore più profondo per gli ebrei di Francia e del mondo, che hanno conosciuto i nomi dei loro morti. Sul pavimento del supermercato kosher dove erano entrati per fare provviste sono rimasti uccisi Yoav Hattab - figlio del rabbino capo di Tunisi che era a Parigi per studiare - Yohan Cohen, che non era un cliente ma in quel supermercato ci lavorava, Philippe Braham e Francois-Michel Saada. Davanti alle sinagoghe, lo sgomento e la paura insieme alla tentazione di andarsene dalla Francia in Israele, seguendo una tendenza che nell'ultimo anno si è impennata. RILASCIATI I FAMILIARI DEI FRATELLI KOUACHI. Sono state rilasciate tutte le persone vicine ai fratelli Kouachi, autori dell'attacco alla sede di Charlie Hebdo, che erano state fermate nei giorni scorsi a Reims. Lo riferiscono i media francesi. Le ultime cinque persone, tra cui la moglie di Cherif Kouachi, sono state rilasciate ieri sera. Suo cognato, un liceale di 18 anni, inizialmente identificato come «l'autista» della strage era stato liberato già venerdì. La moglie di Cherif, il più giovane dei fratelli, era in contatto con Hayat Boumeddiene, la compagna del terrorista del negozio kosher Amedy Coulibaly, con la quale nel 2014 aveva scambiato 500 telefonate. Hayat è ancora ricercata dalla polizia francese, alcune fonti riferiscono che la ragazza si troverebbe in Siria dall'inizio di gennaio.

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