Sabato 23 Novembre 2024

La Regione a caccia dei soldi per gli stipendi

A più di tre mesi dalla fine dell’anno le casse dell’assessorato all’Agricoltura sono già vuote. Negli enti collegati non si pagano gli stipendi da tre mesi, i forestali rischiano di vedere interrotto in anticipo il loro impiego e i fornitori dell’amministrazione non vengono pagati per non sottrarre fondi alle buste paga. È scattata l’emergenza e i sindacati hanno assegnato un termine di 7 giorni al governo per dare certezze sul futuro di circa 27 mila operai stagionali e precari vari: poi scatterà lo sciopero generale. Il problema principale riguarda i circa 25 mila forestali. Il loro budget doveva essere integrato da risorse europee ma - spiegano i sindacati - una parte di queste non può essere utilizzata per pagare stipendi essendo limitata agli investimenti. Risultato: mancano almeno una trentina di milioni, secondo un calcolo che è stato fatto in una riunione in commissione Bilancio all’Ars convocata da Nino Dina (Udc). A questo punto Fan Cisl, Flai Cgil e Uila hanno scritto al presidente della Regione: «Si rischia di compromettere diritti non solo salariali. È un’emergenza sociale senza precedenti». Il problema è portare a compimento almeno il numero minimo di giornate previste annualmente: 78, 101 o 151 a seconda degli scaglioni in cui ogni forestale è inserito. «Ma con i soldi a disposizione - ha calcolato Gaetano Pensabene della Uil - chi doveva fare 151 giornate non andrà oltre le 101, chi doveva farne 101 si fermerà a 51 e gli altri faranno al massimo una trentina di giornate di lavoro». Per Cgil, Cisl e Uil tanto basta per annunciare «attivare, nostro malgrado, le iniziative di lotta più opportune, compreso lo sciopero generale complesso e difficile da governare». La situazione è simile negli enti collegati all’assessorato all’Agricoltura. All’Ente sviluppo agricolo il personale di ruolo attende lo stipendio da due mesi. «Verrà pagato entro le prossime due settimane, abbiamo trovato le risorse» assicura il commissario Francesco Calanna. Ma resta il problema di garantire i 470 trattoristi, precari che l’anno scorso hanno svolto 213 giornate di lavoro e che quest’anno rischiano di non arrivare nemmeno alle 179 previste per legge: «Ci servono altri 3 milioni. E se non arriva un’altra manovra correttiva non sappiamo davvero come fare. Il rischio è di fermare tutti a poco più di 140 giornate» conclude Calanna. All'Istituto Vite e Vino lo stipendio non arriva da tre mesi. E anche i 1.600 stagionali dei consorzi di bonifica attendono certezze sul completamento del budget necessario al loro impiego standard. Problemi anche all’Aras (l’associazione allevatori) e all’Istituto Zootecnico. Ma Rosa Barresi, dirigente dell’assessorato all’Agricoltura, assicura che «tutti i lavoratori degli enti in crisi faranno le giornate minime previste per legge. Non si potrà però andare oltre, come accaduto negli anni scorsi. D’altro canto, la spending review la stiamo facendo anche in assessorato». La dirigente spiega che «per assicurare il budget degli enti collegati servono 54 milioni e altri 15 ne occorrono per garantire copertura a tutte le spese dell’assessorato. In questo momento però abbiamo in totale una trentina di milioni. Speriamo di sbloccare risorse entro fine anno. Ma per precauzione abbiamo fermato il pagamento dei fornitori concentrando le risorse sull’erogazione degli stipendi». Nino Dina ha chiesto al governo di precisare entro i primi di ottobre le reali disponibilità. Teme, il presidente della commissione Bilancio, che possa perfino essere necessaria una nuova manovrina.  Circostanza però smentita dall’assessore all’Economia, Roberto Agnello: «Abbiamo dei problemi di patto di stabilità. Ci sono assessorati che non possono spendere. Ma da Roma abbiamo appena ottenuto proprio per l’Agricoltura un allentamento dei vincoli che ci permette di erogare una trentina di milioni. E sono fiducioso che entro fine anno la situazione possa migliorare».

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