NISCEMI. La realizzazione della sede dell'Associazione genitori soggetti diversamente abili nel villino di contrada Apa-Vituso, un bene confiscato a un esponente mafioso locale, è ormai realtà. Il mese scorso l'immobile è stato consegnato alla ditta appaltatrice per la costruzione dell'opera, con la posa della prima pietra nel corso di una cerimonia ufficiale alla presenza delle massime autorità provinciali, civili, militari e religiose. Ora, l'amministrazione comunale guidata dal sindaco Francesco La Rosa ha compiuto un atto significativo che suggella la finalità sociale dell'immobile e di contrasto alla criminalità organizzata. La giunta municipale ha deliberato di aderire al protocollo d'intesa stipulato tra la Regione (assessorato all'Istruzione ed alla Formazione, l'alleanza delle Cooperative italiane, Libera, l'Anci Sicilia, Avviso pubblico e Unicoop. Il protocollo impegna i firmatari ad avviare «un rapporto di collaborazione allo scopo di definire e attuare azioni comuni a supporto dello sviluppo di iniziative a valere sulle risorse del piano straordinario per il lavoro «Opportunità Giovani», volte attraverso il recupero e la reimmissione nel circuito produttivo legale di beni immobili o aziendali confiscati ai mafiosi».
Il sindaco La Rosa esprime piena soddisfazione per l'andamento dei lavori di realizzazione dell'opera in corso nell'ex villino mafioso, che sarà adibita a un uso esclusivamente sociale a beneficio dei soggetti disabili della comunità niscemese. Dal canto suo, l'assessore comunale alla Legalità, Massimiliano Conti, sottolinea uno dei principi capisaldi del protocollo d'intesa deliberato dall'esecutivo: «Il recupero per finalità sociali o produttive dei beni confiscati alla mafia, da un punto di vista simbolico, rappresenta per le comunità segnate dalla presenza mafiosa il segnale più forte e concreto della riaffermazione della presenza dello Stato, attraverso la creazione di nuove condizioni di sviluppo». Il vecchio fabbricato esistente ("il marciume della mafia") è stato già demolito dall'impresa appaltatrice per cedere il posto a un moderno edificio che consumerà meno energia di quanta ne produrrà, costruito con materiali ecosostenibili, anticipando così la stessa normativa europea in materia, che entrerà in vigore nel 2019. L'importo dei lavori è di un milione e 700 mila euro, totalmente finanziato tramite il Pon sicurezza dal Ministero dell'interno.
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