CALTANISSETTA. Scatta una nuova inchiesta su truffe ai danni di commercianti e fornitori. Entrano, effettuano acquisti e poi pagano con assegni fasulli. Rifilati ad esercizi ed aziende tanto di piccole quanto di medie e grandi dimensioni. È il nocciolo di un'indagine dei carabinieri che sta abbracciando due province, quella nissena e quella agrigentina. Che sarebbero state battute, non a tappeto ma con discreta capillarità, da una banda di truffatori.
Indagine che in qualche modo fa il paio con quella della guardia di finanza, scattata nei mesi scorsi e che sta abbracciando gli stessi territori. In quest'ultimo caso con imbrogli, sempre ai danni di esercenti ma pure d'ignari raggirati, con carte di credito clonate.
È con qualche variante sul tema che, adesso, una nuova banda - ma non è escluso un coinvolgimento più ampio - sta mettendo a segno una serie di frodi. Ne hanno già fatto le spese diverse aziende, anche di una certa rilevanza, e grossi esercizi commerciali. Semplice, e al tempo stesso collaudato, il meccanismo dell'imbroglio. Che in uno scenario più ampio ha già fatto registrare decine e decine di episodi "gemelli".
In questa catena di episodi finita al centro di un dossier a cui stanno lavorando i militari dei comandi provinciali nisseni e agrigentini, il sistema è sempre lo stesso. Si presentano in negozio o azienda che per acquistare merce. Come fossero comunissimi clienti. In funzione della ditta presa di mira- nel caso si tratti di aziende - viene intavolata la trattativa per raggiungere un accordo. Poi la successiva fase, quella del pagamento, è stata identica anche quando la trappola è scattata ai danni di negozianti più o meno di grandi dimensioni. Già perché hanno pattuito il pagamento in assegni. Poi di loro si è persa ogni traccia.Ma quando hanno già portato via la merce.
È al momento di mettere quei titoli all'incasso che è saltata fuori l'amara scoperta. Perché si sono rivelati soltanto carta straccia. Riferiti a conti inesistenti o estinti. Così da essere assolutamente inesigibili. Ed è questo il leitmotiv che ha già alimentato parecchie denunce presentate ai carabinieri, sempre legate dallo stesso filo conduttore.
Di recente - esattamente nel marzo scorso - un'indagine curata dal sostituto procuratore Maria Carolina De Pasquale, e che s'è concentrata sulla stessa fetta di territorio, ha preso in esame un giro di truffe messo a segno con carte di credito clonate. In quel caso sono pure maturati provvedimenti cautelari, firmati dal Gip Alessandra Giunta, che hanno pure colpito, allora, un avvocato ritenuto coinvolto nel giro di frodi. A loro gli inquirenti sono giunti attraverso rilevazioni gps, immagini di videosorveglianza nei negozi, tabulati di pagamenti e fotografie. E in questi ultimi mesi le denunce presentate ai militari per assegni fasulli si sono moltiplicate a dismisura.