CALTANISSETTA. Categorie artigianali tradizionalmente forti sono costrette a tirare un po’ la cinghia e a fare i conti con una crisi che ha drasticamente ridotto i consumi alimentari. Ne sanno qualcosa i panificatori nisseni che hanno varato assieme alla Confcommercio il calendario estivo comunicandolo al Comune. Difficilmente però nei punti vendita gli utenti vedranno esposti i "tabelloni" dove venivano indicati i periodi di chiusura e decisamente utili per gli abituali clienti. Comunque - ed è questa una notizia che farà piacere ai tanti nisseni che non potranno andare in vacanza - nel periodo ferragostano delle 52 panetterie esistenti trenta (quindi oltre la metà) non abbasseranno la saracinesca. «Nei vari quartieri cittadini - assicura il presidente dei panificatori in Confcommercio Michele Palmeri - verrà assicurata la normale attività di uno o due forni per limitare al massimo i disagi ai quali potrebbero andare incontro i nisseni nei giorni del periodo di Ferragosto». Le chiusure a tappeto di qualche anno fa sono ormai un lontano ricordo e i panificatori nisseni si sono probabilmente adeguati all'andazzo generale limitando al massimo i giorni di chiusura (dieci, al massimo due settimane) nell'ottica del contenimento di una crisi che non ha risparmiato nemmeno il settore alimentare. I nisseni sono diventati parsimoniosi anche negli acquisti dell'alimento principe e non buttano più nulla, mangiando anche il pane del giorno prima. La tendenza, manifestatasi qualche anno fa, si è acuita adesso facendo crollare la produzione giornaliera scesa sotto i cento quintali. Un contesto economico difficile anche per una categoria ritenuta da sempre fra le più solide ma ritrovatasi nel vortice di una recessione che spinge i consumatori ad acquistare l'indispensabile. Nei panificatori, però, è tornato il sereno dopo le polemiche dei giorni scorsi legate alle aperture domenicali, oggi libere dopo un decreto dell'assessore regionale alle attività produttive. La categoria però ha ritrovata la compattezza quando è arrivato il momento di affrontare questo nodo: la domenica è sacra e va dedicata al riposo. «Ognuno - ha spiegato Palmeri - è libero di aprire o di restare chiuso, non esiste alcun obbligo che impone una decisione piuttosto che un'altra. È stata liberalizzata l'apertura dei panifici e gli orari di apertura e chiusura ma la maggioranza dei colleghi ha stabilito che la domenica deve restare una giornata di festa, da dedicare al riposo e agli affetti familiari. Anche il vescovo anni fa si era espresso in tal senso». La domenica, pertanto, in città continueranno a restare aperti cinque-sei panifici in tutto.