CALTANISSETTA. Senza documenti e diretti non si sa dove otto cittadini eritrei sono stati trovati in un'auto intercettata dalla polizia sulla statale 640. Per il conducente del mezzo (un tunisino) e per chi sedeva accanto a lui (un eritreo) sono scattate le manette: ad entrambi viene addebitato il reato di favoreggiamento nella flagranza dell'immigrazione clandestina. Una vicenda che presenta molti lati oscuri che la polizia sta cercando di chiarire con indagini estese nell'agrigentino. L'operazione è scattata domenica notte quando, dopo una segnalazione arrivata alla centrale operativa della questura, gli agenti delle Volanti in un posto di bloccato una Chrysler Voyager che stava percorrendo la statale 640 zigzagando e creava evidente pericolo per la circolazione stradale. Il mezzo proveniente da Agrigento era diretto verso il capoluogo nisseno ed è stato fermato in prossimità dello svincolo per Serradifalco. Alla guida del mezzo Achouri Raouf tunisino trentenne. con regolare permesso di soggiorno domiciliato a Catania; accanto il passeggero Abrham Teklab eritreo diciannovenne già richiedente asilo al centro d'accoglienza di Mineo del quale è ufficialmente ospite. All'interno del mezzo gli altri otto stranieri, privi di documenti, che non parlavano la lingua italiana i quali alla vista dei poliziotti hanno cominciato a manifestare segni d'insofferenza. I dieci occupanti sono stati sottoposti a perquisizione (poi estesa all'interno della Chrysler) con risultati negativi. Dagli accertamenti eseguiti dall'ufficio immigrazione si è stabilito che gli otto stranieri erano sbarcati 24 ore prima ad Augusta trasportati dalla nave Etna della Marina militare. Successivamente erano stati trasferiti all'Istituto Principe di Aragona dove erano stati compiutamente identificati. Tutti avevano richiesto asilo politico.Dalla struttura agrigentina si erano allontanati domenica sera per salire anche se senza documenti sull'auto del tunisino verso una destinazione ignota. Si sta cercando accertare se gli otto cittadini eritrei abbiano sborsato quattrini per andare verso una località oltre lo stretto.I due sono stati rinchiusi al Malaspina dove verranno interrogati nelle prossime; difensori hanno nominati gli avvocati Michele Micalizzi e Giuseppe Lombardo quest'ultimo del foro di Catania.