NISCEMI. Un bene confiscato alla mafia diventerà la sede di un centro diurno con finalità socio-educativo-riabilitative. È il villino di contrada Apa, con annesso agrumeto e uliveto, esteso 6mila e 500 metri quadrati, ubicato in una delle più lussureggianti zone del territorio comunale. Il progetto di riqualificazione della struttura, redatto dall'architetto Gaetano Blanco, è stato finanziato dal Pon Sicurezza del Ministero dell'Interno per un importo di unmilione e 700 mila euro. L'opera diventerà la sede dell'Associazione Genitori Soggetti Diversabili, presieduta da Walter Boscaglia. Ieri, è stata celebrata la cerimonia della posa della prima pietra. Presenti le massime autorità provinciali civili, militari e religiose: il prefetto Carmine Valente, il vescovo Rosario Gisana, il procuratore del tribunale di Gela Lucia Lotti, il Gip Lirio Conti, il maggiore dei Carabinieri Valerio Marra, il capitano delle Fiamme Gialle Massimo De Vito, il commissario di Ps Gabriele Presti in rappresentanza del questore Nicastro, il sindaco Francesco La Rosa e la sua Giunta, il presidente del consiglio Luigi Licata, i consiglieri comunali e i sindaci di alcune città vicine. Tutti gli intervenuti hanno messo in risalto la portata sociale dell'opera che sarà realizzata su un bene illecito tolto a un appartenente a Cosa Nostra. Il vecchio fabbricato esistente ("il marciume della mafia") sarà demolito per far posto a un moderno edificio "passivo", che consumerà meno energia di quanta ne produrrà, costruito con materiali ecosostenibili, anticipando la normativa europea che entrerà in vigore nel 2019. "Oggi - ha detto il Gip Conti - si colpisce la mafia nelle cose a essa più care: il denaro e la proprietà". Per il procuratore Lotti, "la comunità di Niscemi ha voglia di riscatto, di ricostruire qualcosa di positivo sulle macerie del passato". "La nostra città - ha affermato il sindaco La Rosa - si riappropria degli illeciti profitti della mafia". Il prefetto Valente ha ricordato che "la legislazione contro la mafia è uno strumento molto invasivo", mentre il vescovo Gisana ha commentato che così operando, "si combatte il male con il bene". Per Giuseppe Reina, presidente dell'associazione antiracket, "è importante l'impegno dimostrato dallo Stato e dall'amministrazione comunale sottraendo alla mafia questo immobile per ospitare il Centro Disabili".