MUSSOMELI. Salvuccio Bellanca e i ragazzi che con lui stanno condividendo una battaglia per il decoro della città non chiedono nulla: da giorni silenziosamente e come delle formiche operaie stanno ripulendo il centro storico senza pretendere né soldi né tantomeno gloria, ma almeno esigendo da chi nei rioni più antichi ci vive maggiore rispetto per le strade, le piazze e i vicoli a cui l'opera di Bellanca e degli altri volontari ha ridato dignità. Purtroppo oggi dobbiamo registrare l'amara beffa di chi spende tempo e denaro per la comunità: prima osannato ma poi con i fatti concreti ingannato. "Chiedo umilmente scusa ad alcune persone di Mussomeli che non amano la pulizia se io e i ragazzi che mi stanno aiutando stiamo commettendo degli errori- riflette rattristato il giovane autonoleggiatore-. Basta dirlo. Per chi fa vero volontariato la ricompensa più bella é essere apprezzati per quello che si fa con tanto amore, ed essere apprezzati vuol dire curare e mantenere quello che altri hanno fatto per te". Dettagliata la denuncia di Bellanca: "Sono andato a farmi una passeggiata nelle zone che abbiamo ripulito questa settimana. Ho trovato la via Architetto Costanzo arredata da bicchieri, bottiglie e piatti di plastica. Ed ancora contenitori di detersivo, sacchi vuoti di cemento e tanta altra sporcizia". E via Costanzo non sembra un singolare esempio di questa reale offesa perpetrata nei confronti dei volontari. "Anche la zona alle spalle del Santuario della Madonna comincia a essere sporca dopo solo due giorni. Ora mi chiedo- si interroga crucciato- se non sono stato un cretino". Una legittima domanda di chi si sente tradito da alcuni residenti dei quartieri antichi che, incuranti dell'impegno dimostrato dall'operoso gruppetto di giovani, sono tornati a sporcare. Da annotare poi, senza desiderio di alimentare polemiche, che è mancata da parte degli amministratori una vera e propria vicinanza, anche fisica, all'operazione compiuta dai volontari. A quanto pare infatti i ragazzi non hanno mai ricevuto una visita ufficiale di qualche componente della Giunta Calà, verso cui più di una persona adesso si rivolge per chiedere un atto concreto: un pubblico riconoscimento all'iniziativa. Il minimo che si possa fare per ringraziare dei giovani che si stanno dimostrando con i fatti (e non con le parole) uomini controcorrente.
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