SAN CATALDO. I volontari della Lida coordinati dal presidente Fabio Calì, in questi giorni hanno ritrovato dieci cuccioli. Quattro sono stati prelevati nel quartiere Santa Fara, tre a Mimiani e altri tre a Roccella. Tutti i cagnolini mostravano evidenti segni di malnutrizione e di disidratazione.
I volontari dopo averli soccorsi, visto che i due rifugi a disposizione dell'associazione ospitano circa cento cuccioli, saranno costretti a consegnare i dieci cagnolini ritrovati al canile convenzionato con il Comune. L'abbandono dei cani in città in periodo estivo è diventata una vera e propria "piaga" difficile da arginare. Da tempo il presidente Calì, si batte per la microchippatura dei cani padronali e la sterilizzazione di massa di tutta la popolazione canina sancataldese, ma i suoi appelli sono caduti nel vuoto a causa anche della poca liquidità nelle casse comunali.
"Non abbiamo più un posto disponibile - dice Calì - i due rifugi sono stracolmi e non sappiamo più come fare per aiutare i nostri amici a quattro zampe. Saremo costretti ad affidare i dieci cuccioli ritrovati in questi giorni, al canile convenzionato con il Comune, non siamo in condizioni di ospitare i cagnolini. La nostra associazione è no profit e contiamo sull'aiuto delle persone e anche dell'amministrazione per poter tirare avanti. In questi giorni abbiamo avuto una piacevole sorpresa. Un signore svizzero, che da tempo vive a San Cataldo, sta facendo costruire dei box nel nostro rifugio, per la degenza dei cani feriti. si tratta di box riscaldati e confortevoli per i quali il nostro benefattore sta spendendo circa 5 mila euro. Un esempio, che in molti dovrebbero seguire se hanno a cuore il destino dei cani che ritroviamo. L'emergenza randagi in territorio sancataldese, non da tregua - conclude il presidente della Lida - occorre pianificare una sterilizzazione di massa se si vuole decimare la popolazione canina. I metodi usati fino ad oggi sono deboli ed inefficaci".
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