RIESI. Sarebbe stato ucciso dal padre Piero Di Francesco, l'imprenditore di Riesi di 32 anni il cui corpo carbonizzato era stato trovato dentro un'auto il 9 gennaio del 2013. Carabinieri della compagnia di Caltanissetta avevano anche arrestato il genitore della vittima, Stefano Di Francesco, su ordinanza del Gip.
La Procura aveva interrogato il padre dell'imprenditore, ma l'uomo si avvalse della facoltà di non rispondere. Non è stato ancora reso noto il movente del delitto. Nei confronti dell'indagato è stato emessa un'ordinanza di custodia cautelare in carcere dal Gip di Caltanissetta su richiesta della locale Procura.
Sarebbe da ricercare in alcuni contrasti tra padre e figlio sulla gestione dell'azienda di famiglia il movente dell'omicidio dell'imprenditore di Riesi Piero Di Francesco, accusa che viene contestata al genitore di quest'ultimo, Stefano Di Francesco, arrestato dai carabinieri. Il particolare è stato riferito durante la conferenza stampa nella sede della Procura di Caltanissetta. Secondo la ricostruzione degli investigatori, Stefano Di Francesco, nel corso della lite avvenuta il 9 gennaio 2012, avrebbe colpito il figlio alla testa con un oggetto contundente e poi avrebbe caricato il corpo sull'auto del figlio per dargli fuoco.
CONFESSO' OMICIDIO DAVANTI ALLA TOMBA E FU INTERCETTATO. Davanti alla lapide del figlio che avrebbe ucciso per contrasti economici, dando fuoco al corpo, avrebbe confessato il delitto, accusando la vittima di essere la causa di tutto: «guarda cosa mi hai fatto fare...», dice non sapendo che sulla tomba i carabinieri di Caltanissetta avevano posizionato una microspia. Protagonista della vicenda Stefano Di Francesco, 63 anni, arrestato da militari dell'Arma per l'omicidio di suo figlio, l'imprenditore di Riesi Piero Di Francesco. Grazie alla microspia gli investigatori hanno raccolto quella che loro ritengono sia una sorta di confessione del padre della vittima che si era recato al cimitero e davanti alla lapide del figlio avrebbe iniziato a parlare come se si rivolgesse al figlio, dicendo «guarda cosa mi hai fatto fare». Il particolare è stato riferito durante una conferenza stampa nella Procura di Caltanissetta sulle indagini che hanno portato all'arresto di Stefano Di Francesco.
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