GELA. A Gela entro il 20 luglio, si terrà una mobilitazione generale che coinvolgerà tutte le categorie produttive. E’ quanto hanno deciso i sindacati confederali provinciali, nel corso di un infuocato attivo svoltosi alla presenza dei lavoratori del diretto e dell’indotto della Raffineria, dopo la decisione dell’Eni di procedere alla fermata degli impianti dei siti industriali di Gela e Priolo. Cgil, Cisl e Uil, chiedono che la vertenza diventi nazionale. Il presidente della Regione, ha invece dichiarato, al termine di un incontro al ministero per lo Sviluppo Economico, che se l’Eni abbandonerà la Sicilia, verrà chiesto un risarcimento miliardario. Nel frattempo, giorno e notte, proseguiranno i picchetti davanti le vie d’accesso al petrolchimico per impedire il carico e lo scarico delle merci. Da questa mattina, un gruppo di lavoratori, presidiano il terminal del gasdotto sottomarino libico, il cui approdo si trova proprio a Gela e che permette l’arrivo e il rilancio del metano, destinato alla rete nazionale. Fra qualche giorno si potrebbero fermare anche le pompe di estrazione del petrolio dei giacimenti di Gela perché, in conseguenza del blocco del porto e delle spedizioni, i serbatoi di raccolta dei “centri oli” sono ormai quasi pieni. Da quando le maestranze hanno dichiarato lo stato di agitazione, lo stabilimento marcia al minino. All’interno solo i turnisti che stanno garantendo la sicurezza di tutto il sito.
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