CALTANISSETTA. Un’odissea lunga nove ore al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Elia per una consulenza chiesta e mai eseguita. Giancarlo Frasca, con un problema di disabilità agli arti inferiori che non gli consente di camminare normalmente, è incappato in un disguido “burocratico” che lo ha costretto ad una lunghissima attesa senza alla fine concludere nulla. Era successo che Giancarlo Frasca si era recato all’ospedale Sant’Elia giovedì mattina con tanto di ricetta del medico curante che chiedeva una visita urgente dal neurochirurgo per seri problemi ad un piede che potrebbero derivare da una patologia neurologica grave. Arrivato al Cup gli è stato detto di recarsi al pronto soccorso, dove comunque avrebbe dovuto registrarsi, per ricevere il foglio di consulenza da presentare al reparto di Neurochirurgia. Ed è stato proprio nel reparto dedicato alle urgenze che ha avuto inizio la lunghissima odissea del trentanovenne nisseno rimasto disabile dopo un incidente accaduto qualche anno fa. «Mi sono presentato al Triage alle 10.30 di mattina – ha spiegato Giancarlo Frasca – qui un infermiere, che si era reso conto della mia disabilità, mi ha detto di attendere perché prima di me c’erano altre persone che dovevano essere registrate. Dopodiché mi hanno fatto accomodare nella sala di attesa e mi hanno chiamato per prendere i miei dati e capire cosa avessi soltanto alle 12.05. A quel punto l’infermiere mi ha detto che dovevo andare di nuovo a sedermi e aspettare che mi facessero entrare quando sarebbe stato il mio turno. Da sottolineare che non era il medico del pronto soccorso che doveva visitarmi ma dovevano soltanto scrivere un foglio per farmi avere una consulenza dal neurochirurgo. Le ore passavano e io mi sono alzato diverse volte, con tutte le mie difficoltà nel deambulare, per chiedere quando sarei potuto entrare e sono anche stato trattato con poco garbo, per non dire altro, non solo dall’infermiera del turno del pomeriggio ma anche dai volontari che anziché svolgere il proprio ruolo di accoglienza dei pazienti si limitano ad aiutare il personale sanitario. Finalmente alle 19 circa sono stato chiamato dal medico dei codici verdi che, senza neanche visitarmi, mi ha scritto il foglio per la consulenza dal neurochirurgo dicendomi che dovevo recarmi da quest’ultimo l’indomani mattina, salvo scoprire il giorno dopo, che il Neurochirurgo effettua visite e consulenze soltanto il lunedì e il mercoledì. Un’ulteriore beffa. Ancora oggi il mio piede continua a non funzionare e per altro mi è stato detto sia dal mio medico che dal fisiatra che questo problema non è legato alla mia disabilità ma che potrebbe verosimilmente derivare da una patologia neurologica e pertanto va visto il prima possibile». Insomma continuano le lunghe file d’attesa al pronto soccorso del Sant’Elia dove, a quanto pare, anche l’ausilio degli ambulatori per i codici bianchi e i codici verdi lascia il tempo che trova.
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