Lunedì 23 Settembre 2024

Caltanissetta, niente soldi e i pakistani protestano

CALTANISSETTA. Assembramento di un nutrito gruppo di stranieri davanti la Prefettura. Erano in sessanta ieri mattina a protestare, tutti pakistani e tutti richiedenti. Il malessere nasce, a quanto si è capito, dalla mancata erogazione del contributo economico giornaliero (2,50 oltre alle sigarette e alle schede telefonico) spettante per legge a chi approda nel nostro territorio per richiedere asilo politico. Ad erogarlo l'associazione "San Filippo Apostolo" guidata da padre Alessandro Giambra grazie ad una convenzione con la Prefettura scaduta il 30 giugno. In attesa del rinnovo della convenzione ieri i cittadini pakistani sono andati in corteo in viale Margherita, presidiato da polizia e carabinieri, a reclamare quello che appare un diritto. Alla fine dopo essere stati ricevuti da un funzionario della Prefettura hanno desistito dalla protesta avendo ricevuto assicurazione sul ripristino della convenzione. I sessanta manifestanti pakistani sono ospitati dallo scorso autunno al centro "Madre Speranza" alla Saccara e usufruiscono di vitto e alloggio oltre ai cosiddetti "benefit" (diaria giornaliera, schede telefoniche e una stecca di sigarette la settimana) ora tagliati alla scadenza della convenzione. Una manifestazione pacifica originata, anche, dai ritardi con cui vengono rilasciati i permessi di soggiorno per motivi politici e umanitari. Il rilascio è subordinato all'espletamento di procedure estremamente lunghe e laboriose in sinergia con i consolati dei paesi d'origine dei richiedenti asilo. In città la Prefettura ha costituito una sezione che procede a tappe forzate alla valutazione quotidiana dei requisiti di chi ha fatto richiesta d'asilo ma a rilasciare materialmente il permesso di soggiorno è la commissione territoriale di stanza a Siracusa. I ritardi fanno esplodere periodicamente il malessere fra gli oltre mille stranieri presenti al Cara di Pian del Lago e in altri d'accoglienza provvisori. S.Ga.

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