CALTANISSETTA. Leyla Montagnino è stata eletta presidente del Consiglio comunale. È la prima volta di una donna a capo dell’assise cittadina di Palazzo del Carmine. La maggiorana in realtà maggioranza non ha trovato la quadra. A vuoto la prima votazione per la presidenza del consiglio. Hanno votato tutti in ordine sparso. Al secondo tentativo è stata eletta Leyla Montagnino del Pd con i consiglieri dell'Udc che erano usciti dall'aula. Come direbbe nel suo linguaggio Camilleri "la settanta non appattava" per cui a nome della maggioranza il consigliere Angelo Scalia aveva chiesto trenta minuti di sospensione nel tentativo di appattare le carte della maggioranza.
Al rientro in aula non era cambiato nulla; consiglio diviso più che mai. Con i numeri alla mano, i 18 consiglieri dei gruppi di maggioranza Pd,Udc, Intesa Civica, Cambiare Caltanissetta e Patto Etico si erano espressi favorevolmente alla sospensione; sette voti contrari e quattro consiglieri astenuti. Prima della seduta, il giuramento e la convalida del consigliere Rita Daniele dell'Udc e di Lorenzo La Rocca che subentra all'assessore Piero Cavaleri, poi la consueta passerella con una serie di interventi in direzione del compiacimento ed auguri nei confronti dei nuovi consiglieri eletti e con qualche intervento riservato alle modalità politiche per la elezione del nuovo presidente del consiglio. In proposito il Movimento 5 Stelle, gruppo di minoranza, indirettamente, si candidava alla presidente del consiglio, (una analoga proposta di consegnare alla minoranza la presidenza era stata anche avanzata dall'esponente di Caltanissetta Protagonista, Michele Giarratana, anche lui tra i candidati a sindaco) e dettava i requisiti richiesti che doveva avere il nuovo presidente del consiglio, tra cui quello di essere incensurato e quello di possedere le opportune competenze per svolgere tale ruolo; poi il consigliere Valeria Alaimo ha avanzato la proposta di una riduzione dell'indennità di presenza di presidente del consiglio, consiglieri ed anche di sindaco e giunta. La decurtazione dell'indennità di presenza del presidente del consiglio, dei consiglieri, del sindaco e degli assessori sarebbe, in un momento così delicato, un segnale forte in direzione dei cittadini. Ma questa è tocco di una campana sorda; «campana che non suona a primo tocco o è surda o discursu non ci piaci». Per la prima volta nella storia amministrativa del consiglio comunale i due consiglieri del Movimento 5 Stelle, Valeria Alaimo e Giovanni Magrì hanno votato contro la scelta e la nomina degli scrutatori: La proposta di sospensione di trenta minuti avanzata dal consigliere Angelo Scalia del Pd, è stata stigmatizzata duramente dai consiglieri, Oscar Aiello, Gianluca Bruzzaniti e Antonio Favata. Nella logica, infatti, i gruppi di maggioranza, con diciotto consiglieri, avrebbero dovuto presentarsi in aula già con il nominativo del nuovo presidente del consiglio, ma come detto in precedenza, nonostante i ripetuti incontri e riunione che si sono svolti nei giorni precedenti nella seduta del consiglio comunale di ieri, "la settanta non appattava" ancora, tanto che si è reso necessaria la richiesta di sospensione. Per le elezione del presidente del consiglio, la normativa prevede che in prima battuta sono necessari i voti della maggioranza assoluta del consiglio ( 16 consiglieri) in seconda battuta è necessaria la maggioranza semplice; cioè viene eletto chi raggiunge il maggiore numero di voti. Al secondo tentativo è stato eletto presidente il consigliere Leyla Montagnino.