Sembra proprio non interesserà più nessuno la sorte di ventotto lavoratori nisseni ormai senza stipendio da un anno. Sono i dipendenti della Scat la società di trasporto pubblico costretta a fermare i mezzi dal lontano 7 aprile essendo impossibilitata ad acquistare il carburante. Sulla vertenza è notte fonda. Resta in vita una sola linea (la 1) quella che collega Santa Barbara all'ospedale Sant'Elia ripristinata dopo le dure proteste dei residenti di Terrapelata, ma anche questa sembra avere i giorni contati. Il collegamento però potrebbe subire la soppressione e tutto dipende dalla disponibilità delle scorte di carburante ormai ridotte al lumicino. Per chi utilizza il mezzo pubblico sono in arrivo ulteriori disagi in aggiunta a quelli patiti dall'utenza già da due mesi e mezzo con il fermo totale dei bus. «Nessuno - ha dichiarato il segretario della Uil Trasporti Carlo Messina, dipendente della stessa Scat - prende a cuore le sorti di questa azienda. In settimana speriamo di incontrare il sindaco ed avviare così una discussione sul riordino del trasporto pubblico locale anche se, questo punto, tutta ruota attorno ai ritardi inammissibili con cui la Regione eroga i contributi. La nostra controparte, in teoria, è il Comune ma se la Regione non manda i soldi non possiamo avanzare richieste di anticipazione». È un momento durissimo per la Scat forse il più brutto della sua lunghissima storia iniziata oltre cinquant'anni fa. La Regione continua ad essere sorda agli appelli provenienti dalle aziende di autolinee della Sicilia e non ha ancora sbloccato i contributi del primo e secondo trimestre dell'anno in corso, con evidenti e gravissime ripercussioni economiche sull'attività delle piccole aziende del settore come lo è la Scat. A nulla sono valsi i solleciti e le mediazioni del Prefetto che si è messo in contatto con l'assessorato regionale alle Infrastrutture. I ventotto dipendenti, creditori di dodici mensilità oltre a tredicesima e due quattordicesime, stamattina saranno presenti alla seconda riunione del consiglio comunale nel tentativo di richiamare l'attenzione del civico consesso e della giunta municipale sulla drammatica situazione in cui si dibatte la cooperativa. Resta in vita, al momento, la linea 1 ma tutte le altre sono bloccate. E sono sospesi anche i collegamenti straordinari con il cimitero Angeli (lunedì, giovedì e sabato) e con il mercatino settimanale del sabato ed anche in questo caso i disagi per l'utenza sono davvero notevoli. Non s'intravvedono vie d'uscita dal tunnel della crisi in cui è piombata la società da due anni a questa parte con il taglio lineare del venti per cento decretato dal governo Lombardo che ha messo in ginocchio l'intero comparto del trasporto pubblico. Ed è significativo anche il fatto che i dipendenti abbiano tolto già da qualche settimana il presidio dei bus in piazza Garibaldi. «Non aveva più senso - ha dichiarato Messina - tenerlo ancora in vita. In due mesi di protesta la polizia municipale ha elevato più di cento verbali contro i bus fermi in piazza. Un rigore eccessivo considerata la situazione tragica in cui versa la nostra cooperativa costretta adesso ad ulteriori esborsi economici per pagare le contravvenzioni. Insomma al danno si è aggiunta anche la beffa».
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