MUSSOMELI. Dopo la minaccia chiusura del nosocomio di Mussomeli e le lotte della cittadinanza in merito alla spinosa questione, il rischio oggi della chiusura delle attività dell'ospedale «Maria Immacolata Longo» di Mussomeli è una realtà che si ripresenta con tutte le incognite del caso nel territorio del Vallone. A rischio chiusura questa volta il reparto pediatria, che ha visto negli ultimi giorni andare via una dei tre pediatri a disposizione del reparto. Non è solo la pediatria che rischia grosso, anche il laboratorio analisi, infatti, per mancanza di tecnici specializzati e di conseguenza di personale abilitato è stato di recente chiuso al pubblico su decisione del primario.
Lillo Polito rappresentante della Cgil non ci sta e lancia un accorato appello agli addetti ai lavori, affinché si mobilitino e scongiurino le minacce chiusura dei reparti: «Chiediamo con urgenza al Commissario straordinario e al direttore generale che accolgano il nostro appello, affinché venga scongiurata al più presto la minaccia di una futura chiusura del reparto di pediatria qui al Longo di Mussomeli. Nel reparto pediatria dei tre medici a disposizione ne sono rimasti attualmente solo due di cui solo uno può effettuare reperibilità. Con l'avvento delle ferie estive è impensabile che due soli dottori possano far fronte alle sicure tante emergenze che potrebbero presentarsi qui al nosocomio di Mussomeli. Chiediamo agli addetti ai lavori che vengano al più presto prese immediate decisioni, affinché scongiurino definitivamente i rischi fino ad adesso elencati. Io ed i miei colleghi come rappresentanti del sindacato chiediamo inoltre un nuovo tecnico per il laboratorio analisi i cui servizi attualmente sono stai chiusi al pubblico per mancanza di personale abilitato. Diciamo no alla sua chiusura ed ad una riduzione delle attività.
Chiediamo un potenziamento dei servizi e ancora facciamo un appello, affinché venga acquistata una nuova Tac. I servizi di quella che abbiamo in dotazione sono stati sospesi dal primario per una avaria che ha compromesso il funzionamento della macchina oramai obsoleta. Siamo pronti, qualora il direttore generale non prenderà in considerazione le nostre richieste, a rivolgere il nostro appello a vertici ben più alti sino ad arrivare al presidente della Regione».