CALTANISSETTA. L’assessore alla Solidarietà Sociale Pietro Cavaleri si dimette per cui l’ordine del giorno della seduta del consiglio comunale di domani è stato modificato e prevede oltre alla elezione del presidente del consiglio, l’argomento relativo alla «presa d’atto dimissioni e surroga del consigliere Pietro Andrea Cavaleri» e successivamente il giuramento di Rita Daniele. All’assessore Piero Cavaleri subentrerà il consigliere Lorenzo La Rocca primo dei non eletti con 229 voti nella lista di Intesa Civica Solidale. Anche per il nuovo entrato La Rocca sono previsti gli stessi adempimenti che attendono il consigliere Rita Daniele; convalida e giuramento e poi, costituito il quorum del consiglio, si potrà procedere alla elezione del presidente del consiglio con il tormentone del dualismo tra la nomina del consigliere Salvatore Calafato rivendicata dall’Udc e quella del consigliere Leyla Montagnino rivendicata dal Partito Democratico, mentre al di fuori dei giochi politici il movimento di «Caltanissetta Protagonista» del candidato sindaco Michele Giarratana, continua a richiedere di assegnare la seconda carica istituzionale del comune all’opposizione. Da giorni «Caltanissetta Protagonista» ha lanciato alla nuova amministrazione e alla maggioranza che la sostiene un tema da trattare: dare un segnale di grande apertura e maturità democratica e sostenere la candidatura di un membro dell'opposizione per la presidenza del consiglio. «Da allora - scrive Giarratana - gli unici riscontri che abbiamo avuto sono soltanto imbarazzanti silenzi da parte del Polo Civico e chiari segnali da parte dell'Udc e del Pd che ondeggiano fra il sarcasmo e l'arroganza. Giovanni Ruvolo su questo tema è chiaramente in difficoltà, come si nota dal profilo del candidato ideale alla presidenza del consiglio immaginato con grandi sforzi di equilibrismo dal Polo Civico. Tanti anni ad invocare la partecipazione democratica di tutti, una campagna elettorale in nome del civismo e della partecipazione e infine il discorso d'insediamento in cui ha affermato che da soli non si va da nessuna parte e che tutti dobbiamo lavorare per Caltanissetta, per poi disinvoltamente cedere alle volontà bramose dei partiti, non sarebbe per lui una bella azione. Anzi - conclude - prenderemmo atto di una caduta di stile e di immagine che incrinerebbe irreversibilmente i suoi principi».