NISCEMI. Ancora assetata Niscemi in questo inizio di estate. E la gente si ribella. Un comitato spontaneo di donne è sorto in questi giorni, organizzando assemblee nei quartieri dove l’acqua arriva con il contagocce, con turni di erogazione che sfiorano i 14-15 giorni. Fra le bancarelle del mercato settimanale di Corso Marconi, le responsabili del comitato spontaneo contro la crisi idrica (Angela Bregamo, Giuliana Reale, Claudia Pedilarco e Paola Vantaggiato Terragno) hanno organizzato una raccolta di firme per una petizione popolare che è stata sottoscritta da oltre un centinaio di persone. La petizione sarà inviata al consiglio comunale perché l’assemblea cittadina “riconosca nello statuto comunale il diritto umano all’acqua e lo status dell’acqua come bene comune pubblico” contro la privatizzazione, la cui gestione va attuata tramite un ente di diritto pubblico. «L’acqua nei nostri quartieri – dicono le responsabili – arriva ogni 14-15 giorni, spesso sporca e giallastra. Chiediamo che l’ente gestore renda pubblici i dati delle analisi sull’acqua. Inoltre chiediamo al consiglio comunale che si avviino tutti gli atti legali affinché venga riconosciuto ai cittadini niscemesi un risarcimento quantificato simbolicamente in unmilione di euro per danni morali subiti per la cattiva gestione dell’ente erogatore che causa continui disservizi, turni eccessivamente dilatati, forniture inquinate». Il sindaco Francesco La Rosa ammette che “in effetti si registra un ritardo nell’erogazione dell’acqua dovuto al maggior consumo estivo”. «Mi sono attivato – spiega il primo cittadino – con la società Caltaqua, perché il disagio subito dalla popolazione sia subito alleviato, rimettendo in funzione il pozzo di contrada Pisciotto, in grado di erogare 8 litri al secondo». Il capo dell’amministrazione comunale annuncia anche che sono in atto i lavori di messa in sicurezza dei pozzi di contrada Mascione, danneggiati dai raid vandalici del mese di marzo scorso. «Dei tre pozzi di Mascione – riferisce La Rosa – soltanto uno è in funzione, tramite un gruppo elettrogeno, anche perché ancora non è stato riattivato il trasformatore dell’Enel. Ma i pozzi sono stati messi in sicurezza con la copertura di casse in cemento armato. Da lunedì dovrebbe cominciare il prelievo anche dal pozzo Dini con un sensibile aumento della dotazione idrica comunale».
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