SERRADIFALCO. Si parla anche della miniera di Bosco-Palo nel consueto rapporto annuale redatto dall’«Osservatorio ambiente e legalità» di Legambiente. Nel quale sono raccolti tutti i casi che riguardano la gestione e il traffico illegale dei rifiuti, con il conseguente inquinamento ambientale in Italia. Per quanto riguarda il sito minerario dimesso, nel territorio di San Cataldo ma alle spalle di Serradifalco, all’interno delle 384 pagine del rapporto si afferma l’esistenza di «prove documentali». A pagina 187 è scritto, infatti: «I giornalisti Saul Caia e Rosario Sardella, autori della video-inchiesta "Miniere di Stato", rivelano che fino al 1994 gli abitanti della zona raccontano di avere visto un via vai di camion: nessuno sa che cosa trasportassero, ma li vedevano dirigersi verso le miniere che invece avrebbero dovuto essere chiuse da almeno un decennio».
Legambiente ricorda anche che «durante un sopralluogo nei pressi della miniera di Bosco Palo (tra Serradifalco e San Cataldo), i due giornalisti si sono imbattuti in alcuni documenti che proverebbero l’arrivo clandestino in Sicilia di rifiuti speciali ospedalieri provenienti da Forlì. Documenti consegnati alla procura di Caltanissetta, dove la Direzione investigativa antimafia ha aperto un’inchiesta per traffico di rifiuti pericolosi, speciali, radioattivi e disastro ambientale, nonché per le omissioni degli enti preposti al controllo della miniera Bosco Palo».
Nel rapporto è poi affermato che «le prove raccolte dai due giornalisti s’incastrano perfettamente con un'autorevole testimonianza rilasciata dall'ex comandante dei vigili urbani del comune di Serradifalco». Il riferimento è a Gaetano Butera, che due anni fa aveva raccontato di avere visto nel 1990 trasferire da un camion a un altro delle scatole, su cui sarebbe stato scritto «rifiuti ospedalieri», che avrebbe poi rinvenuto nella villetta, cui fa riferimento Legambiente, a poche centinaia di metri dal bivio dove sarebbe avvenuta l'operazione denunciata da Butera. Il rapporto di Legambiente è dedicato alla memoria di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin e del commissario di Polizia Roberto Mancini, recentemente scomparso per la malattia contratta proprio a causa delle indagini sui traffici di rifiuti condotte tra Campania e Lazio.
Caricamento commenti
Commenta la notizia