BUTERA. Sospetti mandanti ed esecutori alla sbarra per il delitto di un imprenditore. Che, secondo la tesi dei collaboranti, avrebbe pagato con la vita l’avere sostanzialmente «consegnato» nelle mani dei carabinieri l’allora boss latitante di Cosa nostra riesina.
L’agguato al centro dell’inchiesta, in uno stralcio del dossier «Venerdì nero due», ha avuto per obiettivo dell’imprenditore Francesco Ritrovato. I sicari lo hanno ucciso il primo giugno del 2004 a Desusino. E per questo omicidio sono stati chiamati sul banco degli imputati, per essere giudicati con il rito ordinario, il boss riesino Francesco Cammarata, Gaetano Cammarata (difesi dall’avvocato Danilo Tipo) e il collaboratore di giustizia Giuseppe Toscano (avvocati Francesca Denaro ed Enzo Guarnera).
Di contro hanno chiesto di essere processati con il rito abbreviato Giuseppe Cammarata (figlio del capomafia Pino) e Massimo Amarù (assistiti dall'avvocato Danilo Tipo). Ieri l'avvocato Tipo ha chiesto alla corte d'Assise presieduta da Antonio Balsamo (consigliere Janos Barlotti) la nullità di ogni atto nei confronti dei suoi assistiti. E il perché è presto spiegato. Questo omicidio, inizialmente, è finito nel gran calderone della maxi inchiesta su mafia e delitti ribattezzata «Venerdì nero». E in quei frangenti si sono registrate le dichiarazioni di due collaboranti riesini, ovvero Giuseppe Tardanico e Calogero Barberi. Ma le loro conoscenze - indirette perché non hanno preso parte all'azione od a momenti decisionali - alla fine sono risultate carenti quanto a tenuta della prova. Così quel primo filone d'indagine legato al dossier «madre» è stato archiviato. Ma adesso quel decreto che ha mandato in soffitta l’originario dossier non si trova più. È come sparito. Da qui, ieri, la richiesta della difesa per un colpo di spugna allo stato attuale. Ma la Corte, sciogliendo ieri stesso la riserva, ha deciso per il no. E il processo a carico dei tre imputati che, passando per il rito immediato sono a giudizio in ordinario, si celebrerà sulla base degli atti esistenti.
Questo il quadro emerso ieri, mentre gli altri due imputati che hanno chiesto il giudizio abbreviato sono in attesa che venga fissato. Gli uni e gli altri sono tirati in ballo, ognuno per il proprio presunto ruolo, sempre in relazione all'agguato a Ritrovato. Una delle tante pagine nere della mafia su cui, in tempi più recenti, si sono soffermati altri collaboratori di giustizia, ovvero lo stesso Toscano chiamato ora in causa e Gaetano Scibetta che avrebbero fornito ai magistrati più dettagli sull'operazione.
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