Domenica 17 Novembre 2024

Niscemi nel consorzio etneo, crescono i sì

NISCEMI. Si allarga il fronte dei partiti favorevoli all'adesione del Comune di Niscemi al Libero Consorzio Catanese. Dopo Italia dei Valori, che ha presentato in consiglio comunale una mozione di indirizzo per valutare la possibilità che dà la legge regionale istituzionale, e il Partito Democratico schieratosi per il sì all'uscita dalla provincia di Caltanissetta, si dichiarano favorevoli a votare l'adesione al nuovo consorzio i due consiglieri comunali del Gruppo Articolo 4, Carlo Attardi e Daniele Cona. I due consiglieri, in un comunicato, fanno propria la tendenza ultradecennale del grosso centro del Nisseno di staccarsi definitivamente dalla provincia di Caltanissetta, in quanto da sempre ritenuto "una fastidiosa appendice". "Dopo un lungo e attento dibattito all'interno del nostro partito - spiega Carlo Attardi - abbiamo ritenuto favorevole e propositivo l'ingresso nel nuovo Libero Consorzio Catanese. Auspichiamo che il presidente del consiglio possa portare la discussione in aula per un confronto con gli altri gruppi. Il senso di questo dibattito sta nella capacità di abbinare i temi della riduzione dei costi della politica a un'efficienza maggiore dei servizi e una visione del governo del nostro territorio molto più moderna di quella a cui siamo abituati". I due consiglieri di Articolo 4 ritengono altresì necessario, dopo il confronto in aula, "la necessità e il dovere di informare la città su tutti i passaggi che si devono consumare fino al referendum". Angelo Meli, segretario di Articolo 4, aggiunge: "Un tema così importante deve avere un iter prestabilito e certo, perchè per il nostro Comune si tratta di una grande opportunità, che non possiamo disattendere. Il rilancio socio-economico e politico del territorio passa anche per questa delicatissima scelta". I tempi per completare tutte le procedure di adesione al nuovo consorzio vanno facendosi stretti. Dopo la discussione e l'approvazione in aula con almeno i due terzi dei consiglieri, la delibera va portata al vaglio del referendum popolare il quale, per essere valido, dovrà ottenere il voto di almeno il 50 per cento più uno degli elettori. Un tetto, questo, difficile da raggiungere, visto il grande astensionismo delle ultime elezioni europee, che ha fatto registrare appena il 27 per cento dei votanti.

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