SERRADIFALCO. Il commissario ad acta promuove il bilancio di previsione 2013 del comune. E, forse, di fatto, boccia i revisori dei conti. Di certo, Nicolò Lauricella fa finire l’odissea dello strumento finanziario, che prevede l’avvio della cosiddetta “procedura del predissesto”, iniziata il primo dicembre dello scorso anno. Ossia all’indomani dell’ultimo giorno utile perché il consiglio comunale approvasse il previsionale. Proseguita, poi, con la predisposizione dello schema di bilancio da parte della giunta, il successivo 12 dicembre; col parere “non favorevole” reso dall’organo di controllo contabile lo scorso 14 marzo; con le controdeduzioni a tale parere chieste al sindaco e all’allora ragioniere capo dal commissario Lauricella, cinque giorni dopo; con la nota con la quale il responsabile finanziario “argomentava dettagliatamente le ragioni di approvare lo schema di bilancio e il relativo piano di rientro finanziario pluriennale”, redatta il 21 marzo. Nell’approvare il bilancio di previsione 2013, il commissario ad acta sembra smentire l’organo di controllo contabile. Lauricella, infatti, rileva che: «Il parere dei revisori dei conti, ancorché sfavorevole, presenta delle motivazioni generiche che non vanno ad individuare specifici motivi di illegittimità: le motivazioni del Collegio derivano da una personale interpretazione delle norme; in altri casi le fattispecie evidenziate non attengono a fattispecie afferenti al bilancio di previsione 2013; laddove sono state portate in evidenza elementi che adombravano presunte illegittimità queste ultime sono state superate con la relazione del responsabile dell’area finanziaria supportata da un adeguato apparato motivazionale». Il sindaco Giuseppe Maria Dacquì aveva bocciato i revisori già due mesi fa. Quando, in una conferenza stampa, mostrando la scritta “pazzoide” apposta fra parentesi a fianco del presidente dell’organo, aveva affermato che ciò avrebbe fatto capire «come l’approccio al bilancio sia stato poco serio e credibile. E, ovviamente, poco sereno». Il primo cittadino aveva anche parlato di «un atteggiamento inqualificabile e irrispettoso nei confronti dell’ente e dell’organo di revisione».
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