CALTANISSETTA. Quattro condanne per la nomina del primario al «Sant’Elia». Le ha chieste ieri la procura nei confronti degli ex vertici della stessa azienda e del medico poi nominato. Verdetto di colpevolezza che ieri il pubblico ministero Santo Di Stefano ha proposto nei confronti dell’allora manager Alberto Paladino per il quale sono stati chiesti 3 anni, per gli ex direttore sanitario, Giuseppe Amico e amministrativo, Franco Maniscalco per i quali è stata avanzata la richiesta per 2 anni ciascuno e, infine un anno e 6 mesi per il primario Silvio Morini.
I quattro (difesi dagli avvocati Raimondo Maira, Francesco Crescimanno, Giuseppe Ferrara, Cinzia Di Vita e Vincenzo Mellia) sono chiamati a rispondere, a vario titolo, di abuso in atti d'ufficio, falso in atto pubblico e diffamazione.
Ieri l’accusa ha posto l’accento, come d’altronde negli altri procedimenti incentrati sulla stessa vicenda, su presunte irregolarità che sarebbero state commesse nominando Morini a primario di chirurgia dopo avere riaperto i termini delle selezione. Che, peraltro, prima di essere annullata, si era già chiusa con l’idoneità di altri quattro candidati. Gli stessi che, poi, si sono costituiti parte civile in dibattimento, ovvero i medici Carmelo Venti, Arcangelo Lacagnina, Cesare Cannemi e Michele Ricotta (avvocati Dino Milazzo, Salvatore Amato, Emanuele Limuti, Adriana Salerno e Davide Schillaci).
E, ricalcando la tesi sostenuta dalla procura in tutte le parentesi processuali fin qui celebrate in relazione a questa vicenda, ieri anche il pm Di Stefano ha teorizzato l’esistenza di forti pressioni che l’allora parlamentare regionale Alessandro Pagano, oggi deputato nazionale di Ncd, avrebbe operato sui vertici dell’azienda ospedaliera perché fosse nominato primario Morini. Pagano che, dal canto proprio, nel marzo scorso, nel nuovo processo d’appello celebrato dopo il pronunciamento della Cassazione, è stato assolto in relazione alla stessa inchiesta dall’ipotesi di abuso d’ufficio.
Ma l’accusa, ancora una volta, ieri ha posto l’accento sulla presunta influenza che la politica avrebbe esercitato per indirizzare la scelta del primario.
Tutto è racchiuso nell’arco di tempo che va da giugno 2007 - che ha segnato il momento della riapertura dei termini del concorso - al febbraio 2008, periodo che coincide con la data in cui Morini è stato designato alla guida dell’unità di chirurgia.
E ieri, alle richieste dell’accusa, si sono associate le prime parti civili. Più in dettaglio l’avvocato Roberto Rando che ha depositato le conclusioni in favore dell’azienda ospedaliera e, poi, l’intervento dell’avvocato Schillaci per il medico Cesare Cannemi. Si tornerà in aula la prossima settimana quando la parola andrà ai legali delle rimanenti parti civili costituite nei confronti dei quattro imputati.