GELA. «Sarebbe meglio risotterrare tutto, altro che turismo archeologico». Alcuni turisti trovano i siti archeologici chiusi e scoppia la polemica. A parlare è Nuccio Mulè, presidente della sezione locale Archeoclub d’Italia che commenta lo stato di degrado che affligge il patrimonio archeologico di Gela. Un’accusa pesante indirizzata al Dipartimento regionale dei Beni culturali e dell’Identità Siciliana, colpevole «per gli investimenti annunciati e mai attuati che avrebbero permesso anche di rivalutare l’archeologia a mare e militare del territorio». A scatenare la reazione del presidente dell’Archeoclub d’Italia, la chiusura al pubblico per carenza di personale del sito delle fortificazioni greche di Caposoprano. Cancelli sbarrati e un gruppo di visitatori provenienti da Partinico è stato costretto a fare marcia indietro.
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