CALTANISSETTA. A quella furibonda bagarre in discoteca avrebbero partecipato una ventina di giovani, ma solo in cinque sono finiti nei guai. Gli unici ad essere smascherati dai carabinieri e che poi sono finiti sul banco degli imputati. Mai ieri, alla fine, il giudice li ha assolti per quel finimondo scoppiato in un locale di Sommatino.
Tirano un sospiro di sollievo il venticinquenne Luigi Vendra (difeso dall’avvocato Carmelo Terranova), il diciottenne Fabrizio Presti (assistito dall’avvocato Luigi Cuba), il ventiduenne Fabio Chiarelli (difeso dall’avvocato Salvatore Domante) tutti e tre di Sommatino e, ancora, i nisseni Carlo Simone Cancemi, ventitreenne, e il ventiduenne Benny Riggio (entrambi assistiti dall’avvocato Danilo Tipo).
Sono stati chiamati a rispondere di rissa aggravata. Ma il giudice Giuseppina Figliola, così come chiesto dalla difesa e dallo stesso pubblico ministero Giovanni Condello, li ha assolti «per non avere commesso il fatto».
Così s’è chiusa la parentesi processuale che ha poi interessato solo cinque dei tantissimi rissanti che avrebbero preso parte a quella baraonda. Scoppiata la sera del 4 marzo del 2012 all’ingresso della zona guardaroba della discoteca del paese. D’improvviso sarebbe esplosa una maxi lite che avrebbe coinvolto, secondo la tesi investigativa, ben oltre una ventina di persone.
Botte da orbi senza un apparente perché. Già perché le ragioni di quella lite non sono mai state chiarite. Ma nel momento in cui è esplosa, quella sera, sono stati avvisati i carabinieri. In breve tempo una pattuglia è arrivata nel locale e sarebbe stato una sorta di fuggi fuggi generale. Il solo Vendra sarebbe rimasto lì, fermo, ed è stato subito identificato dai militari. Ma poi - come d’altronde per gli altri coimputati - non è emersa in dibattimento la reale partecipazione del ragazzo a quel finimondo. Anzi, il verdetto del giudice lo ha pure escluso. Gli altri due ragazzi di Sommatino sono stati individuati in un secondo momento. Mentre gli investigatori sono arrivati ai due nisseni perché sono stati gli unici, per le ferite riportate, che si sono poi presentati al pronto soccorso. E così sono stati tra i cinque che hanno avuto un volto e una identità. Gli altri che hanno preso parte alla mega rissa - ed i cinque giovani imputati, secondo la verità processuale, ne sarebbero rimasti fuori - sono rimasti nell’ombra.
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