GELA. La Tucam ha ufficializzato ieri trentuno licenziamenti e domani ultimerà l’iter con le altre maestranze prima di lasciare definitivamente la Raffineria del colosso energetico Eni. Sono investiti dal provvedimento sia i metalmeccanici che gli amministrativi dell’impresa che non è riuscita ad aggiudicarsi il contratto quadro di manutenzione degli impianti della fabbrica del cane a sei zampe, andato alle ditte Sicilsaldo e Ergo meccanica. L’emergenza occupazionale legata all’indotto investe anche le tute blu della Smim impianti per un totale di 145 lavoratori. Gli stessi che la scorsa settimana avevano organizzato delle giornate di protesta culminate con il blocco degli accessi alla raffineria e la convocazione straordinaria da parte del prefetto di Caltanissetta.
La scorsa settimana i segretari delle organizzazioni sindacali di categoria, Orazio Gauci (Fiom), Angelo Sardella (Fim) e Nicola Calabrese (Uilm), non si erano detti soddisfatti dell’incontro avuto nella sede di Confindustria Centro Sicilia di Caltanissetta con i vertici delle imprese che si sono aggiudicate il nuovo contratto quadro delle manutenzioni, perché hanno ridotto a novanta le cento assunzioni promesse al tavolo prefettizio. Gli stessi erano riusciti però a mantenere la calma tra i metalmeccanici di Smim e Tucam che si sono detti pronti a organizzare nuove barricate all’ingresso della Raffineria. Domani pomeriggio, alle cinque, è previsto un nuovo incontro in prefettura per capire se sarà possibile ricucire quella che sembra essere una incomprensione e assumere immediatamente cento metalmeccanici. Comunque, come confermato dai segretari Orazio Gauci (Fiom), Angelo Sardella (Fim) e Nicola Calabrese (Uilm), prima di allora non sarà autorizzato nessun ingresso ai lavoratori. Infatti gli esponenti delle sigle sindacali della fabbrica hanno chiesto l’avvio dei ragionamenti solo a conclusione dell’accordo.
La situazione rimane tesa anche in considerazione del blocco della produzione della Raffineria che per motivi tecnici continua a trasferire il greggio estratto verso altre realtà con gravi ripercussioni in termini di budget. Fermi al palo anche i 700 milioni di euro di investimenti che oltre a garantire l’ammodernamento degli impianti nel rispetto dell’ambiente avvierebbero la produzione di gasoli per autotrazione di ultima generazione. Per procedere sarà determinante il rilascio dell’autorizzazione Aia da parte del Ministero dell’Ambiente che, a detta delle stesse organizzazioni sindacali di categoria, continua a accusare ritardi biblici per le strategie del mondo della raffinazione. Secondo il sindaco Angelo Fasulo, di ritorno da Roma, il rilascio dell’Aia sarebbe ormai in dirittura di arrivo.
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