Martedì 26 Novembre 2024

Furti e prostituzione, otto arresti tra Caltagirone e Palermo

CALTAGIRONE. Una banda specializzata in furti in case agricole e nella gestione di un giro di prostituzione di giovani donne romene è stata sgominata da carabinieri di Catania che hanno arrestato 8 persone, tre delle quali sottoposti ai 'domiciliarì. L'inchiesta, coordinata dal procuratore facente funzioni di Caltagirone, Francesco Puelio, e dal sostituto Antonia Sartori, ipotizza, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere, estorsione, furto, ricettazione, truffa, detenzione illegale di munizioni per arma da guerra, violenza sessuale, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, esercizio abusivo e a scopo di lucro di attività di intermediazione di manodopera. I reati sarebbero stati compiuti tra Palermo e Caltagirone dall'agosto 2012 al gennaio 2013. Il provvedimento cautelare, emesso dal Gip di Caltagirone, è stato eseguito da militari dell'Arma della locale compagnia e dei comandi provinciali di Catania e di Palermo. Gli arrestati sono i palermitani Alfredo Sciurato, di 38 anni, e Fabrizio Bertolino, di 44, il ragusano Salvatore Impeduglia, di 35 anni, e il romeno Tomita Vlad, di 27 anni. Ai 'domiciliarì sono stati sottoposti Vittorio Scorpo Liuzzo, di 41 anni, di Regalbuto (Enna), e la palermitana Anna Loredana Lombardo, di 45 anni. Altri due indagati sono al momento irreperibili. Le indagini dei carabinieri della compagnia di Caltagirone sono state avviate il 30 agosto del 2012 dopo l'esposto di una giovane romena, che denunciò di essere stata vittima di violenza sessuale perchè si rifiutava di prostituirsi. Dagli accertamenti avviati, sarebbe emerso il tentato di un gruppo di palermitani di gestire un racket di estorsioni e spaccio di droga tra Caltagirone, Grammichele e Mazzarrone, ma senza 'collidere con i gruppi che già operavano nella stessa zona. Il 'contatto con i 'palermitanì sarebbe stato Liuzzo Scorpo, gestore di un agriturismo al quale avrebbero fatto ottenere un finanziamento per ampliare la struttura. L'uomo, che
millantava contatti con la 'famiglià Scinardo, non sarebbe stato però in grado di fare fronte alle richieste dei 'palermitanì che, secondo i carabinieri, per rappresaglia gli
avrebbero ucciso il miglior vitello allevato nell'azienda. Dopo questo 'avvertimentò, ritiene la Procura di Caltagirone, l'agriturismo sarebbe diventata la 'basè operativa e logistica del gruppo che avrebbe preso contatti con Giancarlo Maria Lucio Giugno, referente di Cosa nostra nel Niscemese, per avviare le attività criminali. Quest'ultimo, tramite il suo presunto luogotenente Alberto Musto, avrebbe dato l'autorizzazione a
compiere estorsioni, ma i due furono poi arrestati, in diverse operazioni, Rewind e Fenice, e i 'palermitanì interruppero le attività criminali nel Calatino. Durante le indagini dei carabinieri, coordinate dalla Procura di Caltagirone in  collegamento con la Dda di Catania, sono emersi anche particolari sull'omicidio, commesso il 14 gennaio del 2013 per un debito non pagato, del romeno Sevastian
Andrijoiu, 43 anni, che ha portato al fermo, da parte della polizia, di Salvatore Impeduglia e Tomita Vlad.

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