CALTANISSETTA. È per le botte da orbi che si sono date che, tre anni dopo, sono chiamati alla sbarra. Per rispondere di una maxi rissa che, quella sera, ha trasformato contrada «Xirbi» in un campo di battaglia. Con scene, secondo la ricostruzione di carabinieri e magistrati, quasi da guerriglia urbana. Con furia cieca si sarebbero menati facendo scattare per ben due volte l’allarme nell’arco di poche ore.
Ora sono chiamati al cospetto del giudice Marco Milazzo, il quarantanovenne Antonio Passaro (difeso dagli avvocati Salvatore Candura e Giuseppe Giunta), il sessantaseienne Luciano Oddo, il trentasettenne Giuseppe Oddo (difesi dall'avvocato Boris Pastorello) e il cinquantaduenne Francesco Castello (assistito dall’avvocato Sandro Valenza). Si sarebbero malmenati con i rivali, ovvero il ventinovenne Alessandro Fiume, il ventisettenne Michele Giuseppe Marco Tripisciano e il quarantaduenne Calogero Ventura (assistiti dall’avvocato Maria Francesca Assennato) ritenuti i componenti di un primo gruppo di litiganti. Allora sono tutti finiti in cella, tranne Oddo senior che per ragioni di salute è stato assegnato direttamente agli arresti in casa. Sono chiamati a difendersi dalle accuse di rissa aggravata. La vicenda che approda in aula s’è consumata, a più riprese, il 20 giugno 2011. Con una prima fase, probabilmente la meno violenta, avvenuta nel primo pomeriggio. Quando già una prima volta, su segnalazione di un abitante della zona, sono intervenuti i carabinieri del radiomobile.
A pochi passi dall’ex stazione ferrovia di Xirbi, come quella telefonata al centralino del 112 aveva informato i militari, alcune persone stavano litigando. Prime avvisaglie di quanto - secondo la tesi accusatoria - sarebbe avvenuto dopo. In maniera assai più veemente. Già perché la prima lite, accesa ma non violentissima, è stata presto sedata dai carabinieri. Che quando sono arrivati in zona hanno trovato una situazione tesa ma, tutto sommato, controllabile. E così è stato per quella prima ”fiammata” che sarebbe stata alimentata da motivi banali. Scaramucce di vicinato come altre, tra gli stessi contendenti, se ne sarebbero già registrate in precedenza rispetto a quel giorno. Dopo l’intervento di una pattuglia la situazione sembrava essere tornata alla normalità
Ma il fuoco covava sotto la cenere. Ed è tornato a divampare, assai più forte, qualche ora dopo. Quando la lite sarebbe riesplosa in maniera assai più cruenta. Almeno secondo la ricostruzione degli inquirenti. E questa volta più equipaggi del «Norm» sono intervenuti nell’area delle palazzine delle Ferrovie. Due gruppi si stavano affrontando a colpi di spranga, bastoni e con lancio di pietre. Fermare quella ”battaglia”, per i carabinieri, non è stata impresa semplice. E alla fine la conta è stata di tre feriti e sette arrestati per rissa aggravata. La stessa imputazione per cui sono chiamati a rispondere in tribunale.