MUSSOMELI. Per 23 mesi ha dovuto riciclare i sacchi della spazzatura usati dai colleghi. Ora l'Ato si è ricordato di lui, e dopo un lungo ritardo gli ha messo a disposizione… un solo sacco. Una storia paradossale quella di cui è protagonista Calogero Belfiore, operaio del Comune «comandato» all'Ato Ambiente. Il compito affidatogli è quello, oltre che gestire il punto di raccolta dei vecchi imballaggi allestito nel cortile dell'Auditorium, anche quello di ripulire viali e marciapiedi. Ma per farlo Belfiore da sempre scende in strada «disarmato». «L'ultima volta che mi hanno fornito i sacchi è stato nell'agosto del 2012 - racconta l'operaio -. In questi mesi ho sempre utilizzato i sacchetti usati dai lavoratori impegnati nella pulizia del municipio. Nonostante le mie richieste infatti, l'Ato non ha mai accolto le mie istanze».
Ma quella della mancata consegna dei sacchi non è l'unica lacuna dell'Ambito territoriale ottimale Cl1. Belfiore si è sempre sentito abbandonato a se stesso per il resto della dotazione. «Tranne per un giubbotto, dopodiché non ho mai ricevuto nulla per potere compiere il mio lavoro secondo i giusti dettami. Altro che scarponi antinfortunistica, ho dovuto comprarle io le scarpe. Ho dovuto raccattare pure le scope, e persino per le palette, quando si rompono, o sono costretto ad aggiustarle o a cambiarle comperandole di tasca mia». Ma per Belfiore la cosa più grave riguarda proprio il ritardo conclamato con cui l'Ato ha fornito quell'unico sacco nuovo consegnato tra l'altro dopo quasi due anni dall'ultima fornitura. Intanto, nonostante le rassicurazioni dei giorni passati, l'emergenza rifiuti non sembra smorzarsi. Tra personale a cui non è stato rinnovato il contratto e guasti ai mezzi i cumuli di spezzatura continuano a fare cattiva mostra agli angoli della città. Gi. Ta.