NISCEMI. Gli amministratori della città più assetata della provincia nissena, qual è appunto Niscemi, si sono riuniti giovedì sera nell’aula consiliare per affrontare la crisi idrica cittadina, che ultimamente ha raggiunto picchi di allarme sociale. Ma alla riunione hanno dato forfait sia il commissario dell’Ato Idrico CL 6 sia il direttore della Società Caltaqua, che gestisce il servizio, entrambi formalmente invitati dal presidente del consiglio comunale perché dessero conto «alla comunità niscemese e al Consiglio Comunale dei disservizi e delle continue disfunzione sulla erogazione idrica e dei motivi per i quali Niscemi deve patire la sete e gli inconvenienti igienico-sanitari ad essa connessi». Un’assenza ritenuta ingiustificata e che è stata condannata nel corso dei vari interventi. La seduta consiliare è stata animata da un dibattito acceso che ha visto il sindaco Francesco La Rosa ripercorrere le tappe dell’emergenza idrica scoppiata in seguito ai raid vandalici che a fine marzo hanno distrutto l’impianto elettrico e i quadri comandi dei pozzi comunali di contrada Mascione. Il consigliere Giuseppe Rizzo, presidente della 3ª Commissione consiliare, ha riferito in aula dell’audizione avuta con i presidenti della Pro Loco e di Niscemi Nostra. Il dibattito consiliare, seppure serrato, non ha prodotto però nessun atto significativo da parte dell’assemblea. Ma il gruppo Idv (consiglieri Giuseppe Rizzo e Sandro Tizza) - in linea con quanto suggerito a fine consiglio comunale dal «cittadino qualunque» Giuseppe Maida (protagonista nei giorni scorsi di eclatanti azioni di protesta contro la crisi idrica) - ha presentato ieri mattina una mozione di indirizzo che impegna l’amministrazione comunale ad avviare le procedure legali per chiedere a Caltaqua un indennizzo pari a un milione di euro per i danni subiti dalla comunità niscemese a causa di una gestione che non avrebbe rispettato i termini della convenzione stipulata dalla società. Nella mozione, si fa esplicito riferimento ai «ripetuti e mancati adempimenti contrattuali e principalmente al mancato raggiungimento, nell’ambito degli obiettivi connessi al livello di qualità del servizio all’utenza, con una distribuzione 24 ore al giorno da garantire entro i primi sei anni dall’insedia del gestore, e cioè entro settembre 2012». «La questione acqua - si sottolinea nella proposta Idv - risulta ancora una problematica non risolta e anzi dopo l’affidamento del servizio idrico integrato all’attuale gestore Caltaqua la situazione è notevolmente peggiorata, tanto che i cittadini sono stati copstretti a comprare acqua da venditori non autorizzati, mentre gli interventi di manutenzione non avvengono con la dovuta tempestività, in una rete colabrodo che perde il 30 per cento del prezioso liquido che trasporta».
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