CALTANISSETTA. Oltre diecimila furti nel distretto di corte d'appello milleseicento dei quali in abitazioni. Numeri monstre termometro preciso di una situazione economica a dir poco grave che spinge la fasce sociali più deboli a cercare fonti di reddito alternative e illecite. La forte denuncia, alla vigilia della cerimonia ufficiale di sabato, arriva addirittura da un sindacato di polizia, il Silp-Cgil guidato da Davide Chiarenza, che prendendo spunto dall'escalation di episodi di microcriminalità come vengono chiamati i furti (o più in generale i reati di strada) lancia il grido d'allarme. Per l'esponente sindacale il controllo del territorio è vacillante e le somme destinate alla questura nissena e ai commissariati della provincia (Gela e Niscemi) sono ridotte al minimo rendendo così difficili le attività preventive e investigative. Il quadro tratteggiato da Chiarenza lascia ben pochi spazi all'immaginazione: «Siamo pochi, vecchi, mal pagati, insultati, bastonati e lasciati soli» ha scritto Chiarenza in una lettera aperta diffusa ieri. «Le forze politiche - ha scritto - dovrebbero impegnarsi coralmente a finanziare la sicurezza pubblica altrimenti rischiamo di consegnare il paese ai criminali, essendosi diffusa anche all'estero l'opinione di quanto sia facile farla franca con la giustizia italiana a causa di tante leggi colabrodo e degli spaventosi vuoti di organico all'interno di magistratura e forze dell'ordine». Per Chiarenza bisogna cambiare passo - specie dopo quello che è accaduto sabato a Roma e prima ancora durante le manifestazioni rilevando la necessità di porre particolare attenzione alla città di Gela. «Merita attenzione - osserva il segretario del Silp Cgil - per il diffuso fenomeno degli attentati incendiari che si susseguono giorno dopo giorno. Molteplice è la caratteristica dei mandanti e vari sono gli esecutori di questi delitti fra i quali molti minorenni pronti ad eseguire il reato in cambio di pochi euro. A fronte di tutto questo le autorità scolastiche rimangono indifferenti tanto da non istituire l'osservatorio per prevenire la dispersione e conseguentemente il disagio minorile che sfocia spesso nella devianza. Gli osservatori di altri comuni, un tempo efficaci, oggi sono autoreferenziali e inefficienti». Chiarenza ha ribadito la necessità di riservare attenzione a Niscemi dove la criminalità rurale danneggia le attività produttive e al territorio del Vallone dove il sistema di illegalità è parecchio diffuso. Chiarenza lancia un monito ala scuola: «Non può e non deve mai ripiegare sui silenzi e sull'omertà altrimenti rischia di vanificare il lavoro di tante istituzioni dello Stato. Per educare ala legalità non servono passerelle ma denunce e quotidiani esempi di rispetto delle regole da parte di tutti. Per farcela bisogna sconfiggere la burocrazia e rimuovere alcuni dirigenti pubblici non adeguati ai tempi».