CALTANISSETTA. A quasi un mese dall'inizio del blocco la Scat è costretta - oltre a mancati incassi e ai contributi che non arrivano - a fare altri tipi di conti non certamente piacevoli. Dal 7 aprile, quando è partito il fermo, i bus della Scat posizionati in piazza Garibaldi in segno di protesta sono stati multati 75 volte dalla polizia municipale. L'ultima raffica di contravvenzioni risale a venerdì pomeriggio. Ad oggi secondo calcoli approssimativi l'azienda dovrebbe sborsare qualcosa come tremila euro, una somma non indifferente specie per la Scat costretta da un mese a fermare l'attività perché impossibilitata ad acquistare il carburante per rifornire i mezzi. «È chiaro - ha dichiarato Carlo Messina della Uil Trasporti - che contesteremo i verbali. Andremo anche davanti al giudice di pace. Non possiamo subire in silenzio questa beffa perché di questo si tratta se si pensa che in certe giornate i vigili hanno multato solo i nostri mezzi e non gli altri pure posteggiati in divieto di sosta in corso Vittorio Emanuele. Noi li abbiamo regolarmente fotografati. Noi siamo in piazza Garibaldi non per un capriccio ma per una protesta sacrosanta che passando, purtroppo, sotto silenzio in una città distratta dalle vicende elettorali. Qualcosa però la prossima settimana la faremo». Ieri i ventotto dipendenti della Scat per occupare proficuamente la mattinata hanno ripulito da cima a fondo l'autoparco di contrada Calderaro mentre altri stazionavano all'interno dei quattro bus listati a lutto e fermi in piazza Garibaldi. Adesso comincia a scarseggiare il carburante per far circolare - anche per brevi periodi e a passo di lumaca - i mezzi in città. Una situazione difficilissima. La vertenza sembra ormai avviarsi in un tunnel senza uscita, qualche segnale per riaccendere i motori potrebbe arrivare dalla Regione se e quando riuscirà a sbloccare i contributi del primo e secondo trimestre. «Purtroppo - ha detto Messina - l'assessore alle Infrastrutture dopo l'ultimo rimpasto di giunta è cambiato. Il nuovo, insediatosi solo da pochi giorni, è costretto a ripartire da zero e questo non fa che allungare a dismisura i tempi di erogazione dei contributi. Siamo con le spalle al muro anche se possiamo contare sulla vicinanza del Prefetto che ha scritto e a contattato ripetute volte l'assessorato regionale alle Infrastrutture. Noi - ha concluso - siamo creditori di dodici mensilità e sfido chiunque a tirare avanti la famiglia con questi inammissibili ritardi». S. Ga.